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Ankara, non esistono prove sulla vendita dei marmi del Partenone

epa10998879 Visitors look at the Elgin marbles also known as the Parthenon marbles, at the British Museum in London, Britain, 28 November 2023. British Prime Minister Rishi Sunak has canceled a meeting with Greek Prime Minister Kyriakos Mitsotakis over a disagreement involving the Parthenon marbles. The marbles are a collection of Ancient Greek sculptures from the Parthenon and other structures from the Acropolis in Athens. They were removed from Ottoman Greece to Britain by 7th Earl of Elgin, and now held in the British Museum. Greece would like to see the marbles returned to Greece. EPA/ANDY RAIN
epa10998879 Visitors look at the Elgin marbles also known as the Parthenon marbles, at the British Museum in London, Britain, 28 November 2023. British Prime Minister Rishi Sunak has canceled a meeting with Greek Prime Minister Kyriakos Mitsotakis over a disagreement involving the Parthenon marbles. The marbles are a collection of Ancient Greek sculptures from the Parthenon and other structures from the Acropolis in Athens. They were removed from Ottoman Greece to Britain by 7th Earl of Elgin, and now held in the British Museum. Greece would like to see the marbles returned to Greece. EPA/ANDY RAIN
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ISTANBUL, 07 GIU - La Turchia sostiene che non ci sono documenti ufficiali che avrebbero dato il permesso per comprare e portare in Gran Bretagna, durante il XIX secolo, i marmi del Partenone, attualmente in mostra al British Museum di Londra, dando sostegno implicitamente ad una campagna della Grecia per riportare i marmi nell'Acropoli di Atene dove si trovavano originariamente quando furono presi, mentre l'attuale territorio greco si trovava all'interno dell'Impero ottomano. "La Turchia è il paese che avrebbe il documento archiviato relativo alle cose vendute legalmente in quel periodo. Gli storici hanno cercato per anni negli archivi ottomani e non sono stati in grado di trovare un firmano (documento emanato dal Sultano dell'Impero ottomano) dimostrante che la vendita fosse legale, come viene affermato", ha dichiarato Zeynep Boz, a capo del dipartimento anti contrabbando del Ministero della Cultura e del Turismo di Ankara, come riferisce il Guardian sul suo sito. L'unica prova che è stata trovata è un editto scritto in lingua italiana che comunque non contiene la firma del Sultano o il suo sigillo, elementi che avrebbero confermato che il documento fosse stato emanato autenticamente dalla corte imperiale ottomana, ha aggiunto Boz. Nel contesto della normalizzazione della relazioni tra Turchia e Grecia avviata recentemente, funzionari di Atene hanno sottolineato l'importanza delle dichiarazioni di Ankara nel demolire la tesi secondo cui i marmi sarebbero stati acquistati legalmente durante il periodo ottomano. Il British Museum, che ha acquistato i marmi dal diplomatico scozzese Lord Edging Thomas Bruce, VII conte di Elgin, sostiene che le opere siano state al contrario ottenute legalmente.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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