Italia e Estero

Alluvione del 2022 nelle Marche, ammesse 250 parti civili

Maltempo: soccorsi 'accelerano' a Castelleone per Mattia
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ANCONA, 13 OTT - Per l'alluvione del 15 settembre 2022 che colpì nelle Marche il Senigalliese e l'hinterland pesarese, causando 13 morti, la giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di L'Aquila Jolanda Di Rosa ha ammesso la costituzione di 250 parti civili tra cui Tiziano Luconi, il padre del piccolo Mattia, la vittima più giovane che aveva solo 8 anni quando fu travolto dalla piena del fiume Nevola a Barbara (Ancona): le richieste di risarcimento danni ammontano a decine di milioni di euro. Le parti offese hanno chiesto la chiamata in giudizio, come responsabili civili, di sei enti: la Regione Marche, la Provincia di Ancona, il Comune di Serra de' Conti, il Consorzio di Bonifica e due società partecipate del consorzio. La gip di L'Aquila - competente perché una della parti offese è un giudice al tempo in servizio ad Ancona - ha ammesso l'istanza con facoltà dei chiamati in causa, che verranno citati in giudizio, di illustrare le proprie argomentazioni per opporsi ed essere esclusi dal procedimento. Alla prossima udienza del 3 febbraio, la gup deciderà se confermare oppure escludere i responsabili civili. Il procedimento, riguarda l'alluvione che colpì le Marche con l'esondazione dei fiumi Misa e Nevola, causando la morte di 13 persone e ingenti danni in diversi comuni. L'udienza per l'ammissione delle costituzioni di parte civile e dei responsabili civili, era slittata dopo che a giugno c'era stato il cambio della gup. La Procura aquilana contesta a 22 indagati - tra cui funzionari e tecnici dei sei enti chiamati come responsabili civili - omissioni, negligenze e violazioni di norme in interventi di manutenzione e gestione degli alvei dei fiumi, in particolare la mancata rimozione di piante e alberi, e la realizzazione, non a norma, del Ponte 2 Giugno, a Senigallia. I reati contestati, a vario titolo, sono cooperazione in inondazione colposa, lesioni gravi e omicidio colposo plurimo. I legali Corrado Canafoglia e Simeone Sardella, che tutelano diverse parti civili, confidano ora "in un rapido iter giudiziario che porti ad accertare le responsabilità".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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