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Addio a Buthelezi, il noto leader zulu delle guerre fra neri

Ramaphosa: 'Ha svolto una ruolo importante per il Sudafrica'
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JOHANNESBURG, 09 SET - E' morto all'età di 95 anni Mangosuthu Buthelezi, una figura eminente della potente tribù Zulu e storico leader del partito "Inkatha" che in Sudafrica fomentò sanguinose violenze fra neri negli anni Ottanta e Novanta.

Il decesso "del principe Mangosuthu Buthelezi, primo ministro tradizionale del re e della nazione Zulu, fondatore e presidente emerito del partito Inkatha", è stata annunciata dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa in un comunicato definendolo un "leader formidabile che ha svolto un ruolo importante nella storia del nostro Paese per sette decenni".

Incarnazione dello spirito fiero e guerriero del più grande gruppo etnico del Paese, Buthelezi nel 1975 fondò il partito nazionalista Inkatha Freedom Party (Ifp), inizialmente pensato come organizzazione culturale zulu. La rivalità con l'African National Congress fu sanguinosa: l'Inkatha, che lui guidò per più di 40 anni, condusse guerre contro i militanti dell'Anc nelle township a maggioranza nera negli anni '80 e '90 causando la morte di oltre 5.000 persone. Buthelezi fu accusato di aver fatto così il gioco del potere bianco in vista delle prime elezioni multirazziali sudafricane, quelle del 1994. Una circostanza sempre negata da Buthelezi, che ricoprì la carica di primo ministro del Kwazulu Bantustan, le entità territoriali pseudo-indipendenti assegnate ai neri sotto l'apartheid.

Esile e slanciato, con occhiali rettangolari sul naso, Buthelezi si è spesso coperto di pelli di leopardo, seguendo una tradizione zulu, per guidare parate di militanti Inkhata, con scudi e lance.

Il leader è anche entrato nel Guinness dei primati per il più lungo discorso mai tenuto davanti ad un'assemblea legislativa: nel marzo 1993 parlò infatti per 11 giorni di fila con una media di due ore e mezza di intervento al giorno.

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