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A Sanremo 50 batteristi 'fanno rumore' contro la violenza

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SANREMO, 07 APR - Sulle note de "L'ombelico del mondo" del cantautore e rapper Jovanotti, brano eseguito con le sole percussioni da un ensemble formato da una cinquantina di batteristi di tutte le età in piazza Borea D'Olmo a Sanremo, a pochi metri dal teatro Ariston, si è tenuto il primo flash mob che "fa rumore", contro la violenza di genere. Si tratta dell'evento conclusivo del Festival della Parola reloaded, aperto lo scorso 5 aprile al teatro del Casinò con l'ingegnere Gino Cecchettin - padre di Giulia, la studentessa di 22 anni uccisa l'11 novembre scorso dall'ex fidanzato - che in video collegamento ha portato la propria testimonianza. L'esibizione è stata preceduta d alcune letture del libro "Cara Giulia", che Gino ha scritto in memoria della figlia. Il Comune di Sanremo era rappresentato dagli assessori Silvana Ormea e Sara Tonegutti. Quest'ultima, in rappresentanza del Centro aiuto alla vita, ha portato il saluto dei centri antiviolenza della provincia di Imperia. "La mia associazione è partner dei centri antiviolenza dal 2009 - ha detto Tonegutti -. Ci occupiamo di accogliere le donne vittima di violenza e portiamo avanti dei progetti trasversali rivolti anche ai bambini". Tra gli intervenuti c'era anche Marco Antei, presidente di Mia Arcigay Imperia, reduce dal Sanremo Pride 2024 di ieri, che ha puntato il dito sulla violenza tra le coppie omosessuali. "Questo evento ci consente di aprire una piccola finestra su problematiche simili, che vivono pure le coppie omosessuali. Perché la violenza esiste anche nelle coppie uomo-uomo e donna-donna, ma viene vissuta in modo un pò occulto. Diciamo che la vergogna che ricopre queste persone vittime di violenza è talmente alta che ancora fatica ad uscire allo scoperto". A molti dei circa duecentocinquanta spettatori è stato consegnato un fischietto rosso per essere parte integrante dello spettacolo in una sinfonia corale "per dire no ai maltrattamenti e per sempre sì al coraggio e all'amore".

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