A mille metri di quota, le palme di Rodolfo compiono 50 anni

VILLALAGO, 16 AGO - Sono alte quasi sei metri e da cinquant'anni resistono a neve e intemperie, inevitabili in montagna: sono due palme che, piantate nel 1975 e cresciute a dispetto delle temperature che d'inverno scendono anche sotto lo zero, fanno bella mostra di sé a Villalago, paesino abruzzese a 930 metri di quota. Sono le uniche in tutta la valle del Sagittario, da Anversa degli Abruzzi a Castrovalva fino a Scanno; un agronomo del posto assicura che si tratta di un'eccezione, un fatto unico a un'altitudine simile. Per celebrare i 50 anni delle due piante, insolite in un contesto montano, l'associazione locale "Antico Borgo" ha pure stampato e messo in circolazione cartoline augurali che ritraggono "la palma di Rodolfo". Lui è Rodolfo Caputi, novantenne muratore in pensione che, nel 1975, quando andò a vivere nella sua nuova casa, decise di piantare le due palme. "Quando mi affaccio al balcone vedo lago Pio con le palme davanti e sembra di stare al mare. Mi piace questa cosa. Poi d'inverno si riempiono di neve e a un certo punto le foglie scivolose la scaricano tutta insieme: è carino da vedere. Per non parlare di quando ci trovo i cervi intorno a riposare" racconta all'ANSA Caputi, che porta in tasca un mazzo di cartoline da distribuire con orgoglio al bar del paese. Villalago, poco più di 450 abitanti, è il borgo che condivide con Scanno il celebre lago a forma di cuore. È noto anche per la presenza di cervi, orsi e per essere stato luogo d'elezione dell'amatissima Amarena, l'orsa del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise che era solita aggirarsi nei dintorni con i cuccioli, prima di essere uccisa non molto lontano da qui, a San Benedetto dei Marsi, nel 2023. "Il mezzo secolo delle mie palme in montagna è per me una scommessa vinta, che è anche una metafora della vita: non fermarsi davanti ai pregiudizi. Checché se ne dicesse, infatti, le mie palme ce l'hanno fatta. Non mi hanno mai richiesto un grosso impegno, solo un po' d'acqua all'inizio. Poi sono cresciute da sole. Quando vengono ospiti a casa, rimangono stupiti. Una festicciola se la meritano, le mie palme". E così, tra le montagne d'Abruzzo, le palme di Rodolfo sono diventate simbolo di tenacia, memoria e un pizzico d'esotismo, oltre i pregiudizi.
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