Italia e Estero

A che punto è la crisi in Ucraina

Dopo i vertici tra Scholz e Biden e l'incontro a Mosca tra Putin e Macron, continuano i tentativi di de-escalation
Olaf Scholz e Joe Biden durante la conferenza stampa al termine del loro incontro - Foto Epa/Michael Reynolds
Olaf Scholz e Joe Biden durante la conferenza stampa al termine del loro incontro - Foto Epa/Michael Reynolds
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Bisogna «evitare la guerra» tra Russia e Ucraina. Non nasconde la preoccupazione per la concreta possibilità di un devastante conflitto Emmanuel Macron, giungendo al Cremlino per un faccia a faccia con Vladimir Putin. Mentre dall’altra parte dell' Atlantico Olaf Scholz arriva alla Casa Bianca per cercare di fugare ogni sospetto su una presunta inaffidabilità della Germania nel braccio di ferro con Mosca. Berlino rimane «un ottimo partner», nonostante i suoi vitali rapporti economici con la Russia, assicura il cancelliere incontrando il presidente Joe Biden. E quest'ultimo afferma che sulla crisi ucraina Washington e Berlino agiscono «di concerto». 

L'incontro a Mosca

È ormai il tardo pomeriggio a Mosca quando Macron e Putin, senza una stretta di mano, si siedono alle due estremità di un lungo tavolo per cominciare il loro colloquio, destinato a durare diverse ore. È il primo incontro di persona dopo tre conversazioni telefoniche in una sola settimana. Sufficienti per indurre il capo del Cremlino a rivolgersi all’ospite con un ’caro Emmanuel’. Ma la distanza di diversi metri che il protocollo del Cremlino impone per limitare i rischi di contagio sembra quasi simboleggiare le difficoltà nel trovare un’intesa tra due visioni diverse sul futuro della sicurezza in Europa: quella dell’Occidente, intenzionato a rifiutare un ritorno della sfera d’influenza russa sui Paesi vicini, in particolare l’Ucraina; e quella di Mosca, decisa a fermare un’<WC1>ulteriore espansione della Nato ai suoi confini che vede come una minaccia.

La de-esclation

La prima cosa da fare, avverte Macron, è lavorare per una de-escalation per prevenire un conflitto disastroso per tutti. Poi si potrà «costruire una vera sicurezza e stabilità per il continente europeo». Un risultato possibile solo attraverso il dialogo, come quello che la Francia porta avanti con il Cremlino dal 2019. Putin lo ringrazia, riconoscendo «quanti sforzi sta facendo l’attuale leadership francese», e sottolinea che i due Paesi hanno «preoccupazioni in comune a proposito della sicurezza in Europa». Espressioni di riconoscenza calorose, dunque, che però non nascondono la difficoltà del percorso. Macron parla di «moderato ottimismo». Mentre il Cremlino sottolinea che la difficoltà della situazione non permette di «aspettarsi svolte decisive». 

Cosa succederà nei prossimi giorni

Dopo il colloquio con Putin, oggi Macron sarà a Kiev per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky. Poi, martedì, a Berlino per fare il punto con il presidente polacco Andrej Duda - il cui Paese è presidente di turno dell’Osce - e con Scholz, di ritorno dagli Usa. Un confronto tra diverse posizioni all’interno della Ue nei confronti della Russia: quella più dura incarnata dal governo polacco, quella diplomatica sostenuta da Parigi e quella giudicata più prudente di Berlino, che tra l’altro ha rifiutato di inviare armi a Kiev. 
Scholz ha fatto di tutto per respingere i sospetti, assicurando che non farà mancare il suo appoggio a una risposta decisa di Usa, Ue e Nato se Mosca invaderà l’Ucraina. Una risposta che, ha sottolineato, potrà comportare anche un blocco del gasdotto Nord Stream 2, ultimato di recente, che collega la Russia alla Germania. «Lavoriamo di concerto per prevenire l’aggressione russa in Europa», oltre che rispondere alle «sfide poste dalla Cina», fa eco Biden. 

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