In poche parole

Metti la freccia, salva un ciclista

Schivare per un soffio auto impegnate in svolte «mute» sta diventando un'abitudine: usare gli indicatori di direzione è fondamentale
Un rider in bicicletta - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Un rider in bicicletta - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Non credo nella imposizione delle proprie scelte di vita al prossimo. Ritengo che, per essere condivise, queste debbano passare attraverso motivazioni convincenti. Detto ciò, amo la bicicletta, la trovo un mezzo pratico, a bassissimo impatto ambientale, utile tanto per muoversi in città quanto per scoprire il mondo, piacevole per tenersi in forma godendo della bellezza di quello che ci circonda. Tuttavia, non per questo pretendo che chi mi frequenta si tramuti in ciclista militante a tutti i costi od ostracizzi l’auto, alla quale peraltro ricorro pure io, più di quanto vorrei.

Negli ultimi giorni, tuttavia, troppe volte mi sono ritrovato a schivare per un soffio auto impegnate in svolte «mute»: non annunciate in alcun modo dall’uso di quelli che il Codice della Strada definisce «indicatori di direzione».

«E la freccia, la lasciamo agli indiani?» è la piccata domanda che in casi simili ho sentito ripetere mille volte a mio padre, una vita sulle strade da agente di commercio, e che ora mi sorprendo a mia volta a rivolgere ai conducenti distratti. A loro (e a me stesso, perché tutti possiamo sbagliare) aggiungo ora un accorato appello, lungi dal voler imporre una scelta di vita: mettete la freccia, salvate un ciclista. Il motivo mi pare valido e condivisibile. Almeno spero.

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