La lotta per il lago Bianco è dal basso

Due considerazioni a margine della decisione di fermare i lavori per il cantiere al passo Gavia
Il cantiere al lago Bianco lo scorso ottobre
Il cantiere al lago Bianco lo scorso ottobre
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Ci sono almeno due considerazioni che si possono fare a margine della decisione del comune di Valfurva di fermare i lavori al lago Bianco per realizzare un impianto che sarebbe servito a portare l’acqua a valle e così rifornire i cannoni della neve artificiale.

La prima è che la scelta arriva dopo mesi di contestazione puntuale del progetto da parte di associazioni e soprattutto di cittadini delle due province, Sondrio e Brescia: è quindi difficile pensare che l’attenzione crescente ottenuta da questa mobilitazione fino a coinvolgere le istituzioni europee non abbia influito sullo stralcio. «Davide sconfigge Golia», ha scritto il comitato Salviamo il Lago Bianco su Facebook in modo forse un po’ altisonante, ma è vero che una lotta c’è stata e che è nata tutta dal basso. Il progetto, concepito anni fa, non aveva incontrato altre resistenze.

La seconda, più amara, è che comunque alcuni lavori sono già stati fatti, con soldi pubblici. Le ruspe hanno scavato una voragine, sono stati commessi errori e si è aperto uno scarico che non avrebbe dovuto esserci. Il tutto all’interno di un habitat protetto.

Vedremo cosa diranno la Procura di Sondrio e la Commissione europea, ma nel frattempo, tra il retrofront e i dubbi che hanno accompagnato i lavori, lo scempio a 2.606 metri poteva essere serenamente evitato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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