La lotta per il lago Bianco è dal basso

Ci sono almeno due considerazioni che si possono fare a margine della decisione del comune di Valfurva di fermare i lavori al lago Bianco per realizzare un impianto che sarebbe servito a portare l’acqua a valle e così rifornire i cannoni della neve artificiale.
La prima è che la scelta arriva dopo mesi di contestazione puntuale del progetto da parte di associazioni e soprattutto di cittadini delle due province, Sondrio e Brescia: è quindi difficile pensare che l’attenzione crescente ottenuta da questa mobilitazione fino a coinvolgere le istituzioni europee non abbia influito sullo stralcio. «Davide sconfigge Golia», ha scritto il comitato Salviamo il Lago Bianco su Facebook in modo forse un po’ altisonante, ma è vero che una lotta c’è stata e che è nata tutta dal basso. Il progetto, concepito anni fa, non aveva incontrato altre resistenze.
La seconda, più amara, è che comunque alcuni lavori sono già stati fatti, con soldi pubblici. Le ruspe hanno scavato una voragine, sono stati commessi errori e si è aperto uno scarico che non avrebbe dovuto esserci. Il tutto all’interno di un habitat protetto.
Vedremo cosa diranno la Procura di Sondrio e la Commissione europea, ma nel frattempo, tra il retrofront e i dubbi che hanno accompagnato i lavori, lo scempio a 2.606 metri poteva essere serenamente evitato.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
