In poche parole

Autobus con vista sul mondo

Dal botta e risposta tra un conducente e un ragazzo tunisino al rimprovero di un anziano ad alcune ragazze: la linea 12 racconta il Paese attraversando Brescia
Studenti pronti a salire su un autobus di linea - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Studenti pronti a salire su un autobus di linea - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Stazione. Ora di pranzo. Il bus si anima di studenti, anziani, lavoratori. Fa il pienone quando viene bloccato da un altro mezzo e non può proseguire. Due minuti, non di più. Un ragazzo urla al conducente con un italiano dalle cadenze africane: «Ci muoviamo?». L’autista replica che non può volare, una donna lo difende: «Non è mica colpa sua».

Ne nasce un botta e risposta da poppa a prua. «Non sono scemo. Sono tunisino». E lei: «Vuoi dire che lo sono gli italiani?». Tra una fermata e l’altra la donna ci rimugina su. Poi dice: «Hai ragione, noi italiani siamo stupidi. Altrimenti non sareste così tanti qui».

La linea 12 si riempie di umanità e attraversando la città racconta il Paese. Due studentesse scherzano e parlano ad alta voce: una ha il velo nero in testa e le Vans ai piedi, l’altra sembra uscita da teatro. La diversità, la più bella immagine della giornata. Bastone alla mano, capelli bianchissimi e occhi color mare, un anziano dallo sguardo segnato parla al telefono: «Sto andando in Questura per firmare». Un attimo dopo urla contro le ragazze: «State zitte, non sento».

Loro, educatissime e un po’ scioccate, abbassano la testa. Intanto tre operai stranieri sporchi di pittura e cemento scendono davanti al supermercato per un panino alla vecchia maniera. Due universitari salgono e a bassa voce si dicono: «Non timbriamo». Il mondo (reale) al contrario in una corsa.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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