Comunicato Stampa: Presentazione volume “150 anni dell’immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul”

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(Arv) Venezia 7 ott. 2025 - “Rio Grande do Sul è il più meridionale degli Stati brasiliani dove vivono oltre 4 milioni di italo discendenti, su una popolazione complessiva di 11 milioni: a ragione può di fatto essere considerato la culla dell'italianità in Brasile. E’ quinto nella produzione industriale del Paese grazie ad un PIL che nel 2024 ha fatto registrare un incremento del 4,9% a fronte di una crescita nazionale del 3,4. Potremmo dire che Rio Grande è anche il più veneto tra gli stati brasiliani: lì infatti sono insediate le comunità venete più numerose, oltre a quelle presenti a Santa Caterina e Curitiba, oltre che nei comuni di Santa Teresa e Venda Nova do Migrante nell’Espirito Santo. Il carattere veneto di Rio Grande non si misura tuttavia solo in numeri ma anche in termini economici e culturali. La crescita produttiva cui ho fatto cenno non è certo frutto di una coincidenza ma deriva dalla fatica, dal coraggio e dall’intraprendenza dei veneti che hanno letteralmente costruito un intero Paese. Non a caso, che ci si trovi nel Rio Grande do sul, in Paranà a Curitiba soprattutto nel quartiere di Santa Felicita, nello Stato di Santa Caterina ma anche a San Paolo è difficile non ritrovare modelli e stili di vita tipicamente veneti. In 150 anni non si sono mai spezzati i legami tra i coloni che giunsero dapprima nelle due colonie del Rio Grande do sul di Conde dÉu e Dona Isabel, oggi Garibaldi e Bento Gonçalves, create dalle autorità brasiliane a cui si aggiunsero poi la colonia di Nova Palmira, attualmente Caxias do Sul e nel 1877, la quarta colonia battezzata Silveira Martins, creata vicino a Santa Maria. Ecco perché trovo particolarmente sentite e quasi commoventi le parole del Rettore Rech che afferma fieramente “Possiamo ancora dire senza esitazione che a noi piace essere chiamati italiani perché oggi viviamo in uno Stato fiorente grazie alla forza dei nostri immigrati e dei loro discendenti. Abbiamo fatto l'America!». Nei decenni, oltre ad un paese, si è costruito molto di più: quello a cui i nostri veneti hanno dato vita è una comunità che non conosce confini, che ha saputo rafforzare le proprie radici attraverso una eccezionale consapevolezza circa la propria identità”. Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti è intervenuto nella conferenza stampa di presentazione del volume “150 anni dell’immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul”, tenutasi oggi a Palazzo Ferro-Fini. “Il libro presentato oggi ne è la prova: con un minuzioso lavoro durato due anni, il contributo di 66 studiosi e la collaborazione di dieci Università brasiliane, oltre a quelle italiane di Roma (Sapienza), Venezia (Ca' Foscari), Padova, Perugia, Macerata, Napoli (L'Orientale), Siena e l'Università del Molise, l'opera si candida ad essere il più importante lavoro storico-scientifico che sia mai stato pubblicato sull'immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul. 636 pagine e 400 immagini che rappresentano un’epopea cui nel 2008 si è voluto rendere omaggio. La Repubblica federale del Brasile ha istituito infatti, nel 2008, la Giornata dell’Emigrante italiano, «Dia nacional do imigrante italiano» che ogni anno si celebra il 21 febbraio in ricordo del viaggio compiuto nel 1874 dalla nave “La Sofia” armata da Pietro Tabacchi per trasportare da Genova 386 tra veneti e trentini nello stato di Espírito Santo, evento che simboleggia l’inizio del processo di migrazione di massa degli italiani in Brasile, pur preceduti da arrivi più limitati in diversi altri stati del Paese. E’ recente l’accordo sottoscritto tra l’Università Federale di Santa Maria nello stato del Rio Grande do Sul in Brasile e l’Academia de ła Bona Creansa - Academia de ła Łengua Veneta per l’avvio di un corso accademico sulla lingua veneta. Secondo stime attendibili il veneto-brasiliano sarebbe parlato da circa 500.000 persone in 133 città. Nei fatti, il ‘talian è ufficialmente la seconda lingua più parlata in Brasile. Ecco, io credo che tutti questi elementi non solo raccontino in modo fedele il prezioso contributo di chi ha lasciato la terra natia per cercare fortuna oltreoceano ma offrano anche una chiave per comprendere il Brasile contemporaneo, soprattutto alla luce dei nuovi equilibri mondiali”, ha concluso il Presidente.

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