Comunicato Stampa: Presentato a palazzo Ferro Fini il libro di Giorgio Trivelli 'Recoaro delle meraviglie'

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(Arv) Venezia 30 lug. 2025 - Presentato questa mattina a Venezia, nella sede dell’assemblea legislativa regionale di palazzo Ferro Fini, su iniziativa del consigliere Arturo Lorenzoni (Gruppo misto - Veneto Vale) alla quale ha partecipato il Presidente del Consiglio Veneto Roberto Ciambetti, il libro di Giorgio Trivelli “Recoaro delle meraviglie”, curato dall’editore Luigi Borgo, che raccoglie una selezione di immagini che ricostruiscono la storia della comunità di Recoaro, in provincia di Vicenza.
“Gli archivi fotografici, pubblici o familiari, custodiscono una memoria “minore”, ma fondamentale - ha ricordato il Presidente Ciambetti nel corso dei saluti istituzionali, presenti anche i consiglieri Marco Zecchinato e Andrea Cecchellero (Lega-LV) e Chiara Luisetto (Partito Democratico) - che permette di leggere il passato nella sua concretezza, nella sua densità affettiva e materiale. Per le comunità locali in particolare, e il caso di Recoaro è emblematico, la fotografia può fungere da meccanismo di resilienza culturale. Aiuta a dare senso a ciò che cambia, a riconoscere ciò che resta e ad articolare una memoria plurale e stratificata, che non sia mera celebrazione nostalgica, ma base viva per l’identità futura”.
“L’autore ha raccolto un patrimonio di immagini che rischiava di essere dimenticato - ha sottolineato il sindaco di Recoaro Armando Cunegato - e che ricostruisce la storia, il ricordo e la memoria di Recoaro. È il motivo per cui l’amministrazione ha sostenuto la realizzazione del libro di Trivelli: non si tratta di uno sguardo nostalgico, ma di un invito rivolto al futuro facendo memoria del passato, raccontando un percorso straordinario, uno spazio tra le Piccole Dolomiti che ha avuto un respiro europeo, un ricordo che consenta alle nuove generazioni di trovare nuove opportunità”.
“È l’occasione per presentare una perla del nostro territorio - ha sottolineato il consigliere Lorenzoni - e degli elementi, veramente unici, che la caratterizzano dal punto di vista ambientale, urbano e turistico. Il Veneto possiede numerose ricchezze e unicità di questo tipo che nel loro complesso formano un territorio straordinario e leggendo il libro di Trivelli mi sono reso conto di quanta ricchezza, di quanta storia, di quanto orgoglio ci sia nel vivere la storia travagliata del paese: emerge dal volume come la storia mondiale abbia intersecato la storia del paese e la segni in maniera profonda, elementi che sono ben riassunti nel libro, un condensato che rappresenta un esempio di come il nostro territorio possa essere orgoglioso della propria storia e al tempo stesso forte per intraprendere idee, strade e interpretazioni nuove”.
“Recoaro delle meraviglie non è una raccolta di cartoline - ha affermato l’autore, Trivelli - ma la rappresentazione della realtà di Recoaro e delle sue unicità. Il primo elemento di unicità è rappresentato dalla provenienza allogena, cimbra, della comunità, il cui arrivo da nord risale al 1200 e che ancora oggi riflette e manifesta questa origine nordica. Il secondo motivo di unicità è rappresentato dalla rivoluzione termale di un paese di montagna, di un piccolo agglomerato di piccoli e miseri casolari che diventa nel giro di qualche decennio una stazione termale nota in tutta Europa, una rivoluzione inattesa e importante che coinvolge soprattutto il centro del paese, perché in realtà il resto della comunità recoarese rimaneva sparso nelle sue contrade sparse, interessate in seguito da un fenomeno migratorio, a dispetto della presenza di strutture e di infrastrutture che nessun altro paese poteva vantare: le immagini restituiscono ad esempio un campo da tennis in cui le donne giocano nel 1905, il cinematografo, le sale convegni, spesso presenti nei singoli alberghi, una novità assoluta rispetto al contesto territoriale. Terzo elemento di unicità: la batosta del centro turistico subita a causa delle due guerre mondiali, dapprima per la presenza del vicinissimo fronte del Pasubio, un prezzo pagato fino agli anni ‘20 e ’30, e in seguito con la distruzione del compendio termale a seguito del bombardamento del 20 aprile 1945, destinato al comando nazista del gruppo d’armate che a Recoaro aveva sede, eventi che hanno segnato in maniera fortissima il territorio. Scegliere fra migliaia di immagini circolanti su Recoaro non è stato facile: abbiamo compiuto una scelta oculata e innovativa perché grande parte delle immagini riguardano il mondo contadino, quello dei campi, assai diverso da oggi, dove il bosco ha preso il sopravvento, e i volti, i gruppi, le persone, di cui non si trova traccia nelle cartoline, senza cadere nella trappola della nostalgia”.
“Questo è un libro speciale di un autore speciale - ha sottolineato l’editore Borgo - di uno storico e di un collezionista che ha già pubblicato diversi libri sulla storia di Recoaro. Quale è il dono di conoscenza che riceviamo da questo libro? Quello di far calare sul lettore i panni di un turista dell’800 che può scorgere l’unicità di Recoaro, la Conca di Smeraldo incastonata nelle Piccole Dolomiti. L’autore porta il lettore a percorrere il paese, la sua particolare mappa stradale e la sua conformazione urbanistica, caratterizzato da uno stile liberty così diverso dal razionalismo che caratterizza le realtà urbane circostanti. Recoaro, in seguito, vivrà il proprio giorno zero, il 20 aprile 1945, quando il bivio della storia prende una direzione che è il secretum del libro e delle ricerche di Trivelli, quando gli americani bombardano le fonti, ovvero il quartiere generale tedesco in Italia, un dato di fatto storico che scrive una delle tappe fondamentali in vista della fine della Seconda guerra mondiale. Il libro mostra anche l’evoluzione dello stabilimento di imbottigliamento, prima collocato alla periferia del paese e successivamente all’inizio, segnando una convivenza tra industria e turismo che difficilmente va a buon fine: un segnale è stato l’abbandono del liberty a favore dello stile razionalista, mettendosi così a confronto con il turismo termale europeo, sacrificando un elemento di unicità che probabilmente, in seguito, ha fatto mancare la successiva esplosione del turismo termale italiano ed europeo”.

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