Norme e burocrazia, non mancano difficoltà per l’attuazione delle Cer

Nessuna strada è mai totalmente in discesa e, difatti, non mancano le complessità anche per l’attuazione delle Comunità energetiche rinnovabili. Quasi superfluo dire che si tratta di normative e burocrazia; strettoie da oltrepassare per vedere la luce, letteralmente, nelle comunità che autoproducono e scambiano energia. Lo nota Massimiliano Faini, direttore operativo attività produttive di Garda Uno, che annovera 37 enti pubblici.
«Abbiamo siglato in questi anni una quarantina di progetti. Eravamo partiti con l’obiettivo di dare più sostenibilità ai servizi pubblici e, sotto questo aspetto, fa testo il caso pilota di Magasa, perseguito mediante la prima legge di riferimento della regione Lombardia. Ma difficoltà se ne sono trovate molte, anche per quanto concerne la crescita culturale. Ritengo – sottolinea Faini – che occorra sedersi ad un tavolo e valutare un piano nazionale».
I pionieri
Quando si parla di pionieri non si può non citare Torri Solare. Michele Torri, esponente della terza generazione di una famiglia di imprenditori del settore fonderie di alluminio, che ha deciso di investire nel business del fotovoltaico con uno stabilimento dedicato, racconta: «Abbiamo iniziato nel 2007 l’attività nella produzione di pannelli fotovoltaici. Il rischio di spaventarsi quando si affronta l’argomento “Cer” è concreto. Noi abbiamo sempre declinato il tema sul prodotto, concentrandoci sulle soluzioni, ovvero su quanti megawatt e gigawatt andremo ad installare».

L’azienda di Manerbio ha avviato la prima Cer Nazionale Torri attiva su tutto il territorio italiano, che promuove come tema sociale e collettivo la tutela del sistema Italia, facendo leva sulla produzione di moduli fotovoltaici realizzati con criteri di affidabilità e robustezza che li distinguono nettamente dai prodotti asiatici. «Ci avvaliamo – prosegue Torri – di una rete di 150 partner installatori in tutto il Paese. La Cer nazionale si sviluppa con una associazione, che ha una governance e che sviluppa configurazioni (70 quelle che stiamo seguendo) legate a cabine primarie su tutto il suolo nazionale».
Futuro
Non si allacciano più impianti sul posto, per cui le Comunità energetiche rinnovabili si prospettano come un’autostrada verso il futuro. Sotto questo riguardo, c’è bisogno di chi, come la energy service company Fedabo, da oltre 25 anni si occupa di gestione dell’energia per le aziende, aiutandole a razionalizzare i consumi e, di conseguenza, a ottenere vantaggi economici ed ambientali. «Le Cer – osserva il consigliere Fedabo, Luca Diomaiuta – colgono due anime, che fanno parte della nostra mission, quella tecnica e quella valoriale». In Valcamonica, Fedabo ha coalizzato 23 Comuni sulle sei cabine primarie e i risultati sono tangibili: razionalizzazione dei costi e ottimizzazione dei flussi energetici.
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