Amianto, nemico subdolo che uccide ancora

A trent’anni dall’approvazione della legge che ha messo al bando l’estrazione, l’importazione, la produzione e commercializzazione di amianto e di prodotti che lo contengono, in occasione della Giornata mondiale delle vittime del lavoro e dell’amianto – il 28 aprile -, Legambiente ha ribadito la necessità di agire nella lotta contro questa fibra killer, che tiene di fatto ancora sotto scacco il Paese, provocando gravi effetti sulla salute dei cittadini.

All’emergenza amianto è dedicata l’inchiesta del mensile di Legambiente La Nuova ecologia (numero di aprile) che raccoglie i dati aggiornati del Rapporto del registro nazionale dei mesoteliomi (Renam), denunciando che, degli oltre 31 mila i casi di mesotelioma pleurico registrati dal 1993 al 2018, l’80% è dovuto proprio all’esposizione alle fibre d’amianto. Ma oggi appena il 25% della fibra killer è stato rimosso e, seguitando a questi ritmi, per liberarsene serviranno altri 75 anni, cui sommare ulteriori 40 anni di latenza del mesotelioma.

Da nord a sud, del resto, le bonifiche vanno a rilento sia per quanto riguarda i grandi siti industriali dell’amianto che per gli edifici pubblici e privati che espongono spesso inconsapevolmente le persone a questa pericolosa fibra.
Di amianto si può morire, ma l’amianto può anche essere rimosso approfittando delle detrazioni fiscali.
Le detrazioni
Per smaltire l’amianto sono disponibili alcuni bonus che interessano sia i privati cittadini che le aziende. Vediamo le soluzioni che si possono valutare nel corso del 2025.

Cominciamo con il contributo destinato alle aziende. Le imprese possono beneficiare di un contributo del 65% tramite il bando Inail per le spese relative allo smaltimento dell’amianto, fino a un massimo di 130mila euro su una spesa agevolabile di 200mila euro.
Passando ai privati cittadini ecco la detrazione del 36% tramite il cosiddetto bonus ristrutturazioni. I privati possono beneficiare di una detrazione fiscale del 36% fino a un tetto massimo di 48mila euro per singola unità immobiliare per interventi di rimozione dell’amianto.
Anche l’Iva subisce variazioni. L’aliquota Iva ridotta può essere applicata agli interventi di bonifica dell’amianto, con condizioni variabili in base alla tipologia di immobile e lavori eseguiti.
C’è poi l’opportunità, tutta da sondare, degli eventuali fondi regionali e locali. Alcune regioni e Comuni possono attivare incentivi specifici per la rimozione dell’amianto. È dunque consigliato di verificare eventuali bandi aperti a livello locale.
Queste agevolazioni sono pensate per rendere più accessibili i costi dello smaltimento dell’amianto sia per le imprese che per i privati, incentivando nel contempo la tutela dell’ambiente e della salute pubblica attraverso la corretta gestione di materiali pericolosi come l’amianto.
La documentazione
Come per tutti gli incentivi, anche in questo caso è importante informarsi prima di programmare i lavori. Spesso infatti è necessario presentare la domanda di agevolazione prima di avviare i lavori o addirittura prima di contrattualizzarli.
Gli interventi

La normativa prevede l’obbligo di rimozione dell’amianto solo se il materiale è friabile, danneggiato o deteriorato.
In alternativa alla rimozione, è possibile procedere con l’incapsulamento o il confinamento.
L’incapsulamento prevede l’uso di prodotti che inglobano le fibre, mentre il confinamento consiste nell’installazione di una barriera che separa l’amianto dalle aree frequentate.
Se l’amianto è in buone condizioni, non è necessaria la rimozione immediata, ma è obbligatorio un programma di manutenzione e controllo periodico per assicurarsi che rimanga in uno stato sicuro.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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