Economia

Vino Ca’ dei Frati, quadruplicate le vendite

Dal 2007 al 2013 il fatturato dell’azienda agricola di Sirmione è passato da 3,5 a 15 milioni di euro.
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La novità di questi giorni è l’arrivo sul mercato delle prime bottiglie di Amarone Ca’ dei Frati, a lungo attese dagli appassionati ed in realtà quasi tutte ormai vendute. Per i tre fratelli Dal Cero (Igino, Gian Franco e Anna Maria) non è affatto, come si potrebbe pensare, un tradimento della Lugana che ha fatto grande l’azienda, ma un ritorno a casa. Infatti il nuovo vino nasce a un tiro di schioppo da Roncà nel Veronese da dove i Dal Cero sono partiti nel 1939.

«Mio padre ha cominciato con un ettaro», racconta Igino Dal Cero. Oggi l’azienda ha 120 ettari di proprietà in Lugana più 30 in affitto, cui vanno aggiunti gli 11 ettari in Valpolicella. La produzione supera abbondantemente i due milioni di bottiglie, ma ciò che lascia a bocca aperta è l’andamento dell’azienda in questi anni difficili (anche per il vino). Nel 2007 la Ca’ dei Frati vendeva 700 mila bottiglie con ricavi per 3,5 milioni di euro, il 2013 si chiuderà con oltre 2 milioni di bottiglie vendute per 15 milioni di euro. Una cifra prudenziale che non è solo una proiezione perché gran parte di questi soldi sono già in cassa.

Del resto basti pensare che le vendite dirette in cantina superano il milione di euro. L’azienda sta infatti facendo le ultime consegne, tra pochi giorni resterà senza vino pronto. Trattandosi di un’azienda agricola, che non è tassata in base al bilancio, non è possibile strappare ai Dal Cero dati sulla redditività, mentre si può immaginare il rincorrersi degli investimenti. Nel 2003 c’è stato l’acquisto degli 11 ettari in Valpolicella, nel 2008 l’acquisto di 40 ettari in Lugana ai piedi della torre di San Martino. Poi ci sono gli investimenti in cantina dove le tecnologie, spesso insolite, sono oggetto di pellegrinaggio da parte dei grandi del vino.

La crisi secondo Ca’ dei Frati è in questi numeri cui si aggiunge un dato ancora più sorprendente. Nel 2007 le vendite all’export erano il 60% dei ricavi, oggi è il contrario: il 60% del Lugana Ca’ dei Frati viene venduto sul mercato domestico. Spiega Igino Dal Cero che gli importatori vengono in Italia a scegliere il vino da acquistare, quindi un solida e diffusa presenza in Italia è la base per esportare bene.

L’altro dato economico insolito è la politica dei prezzi. Ca’ dei Frati non ha cavalcato il successo internazionale, mantenendo prezzi all’origine con un formidabile rapporto con la qualità. Il vino di punta dell’azienda, il Lugana «I Frati» (1,4 milioni di bottiglie l'anno) esce dalla cantina di Sirmione a 5,70 euro per la ristorazione (ai privati il 25% di più). La cantina ha non poco merito anche nel successo della Lugana perché nessuno si è azzardato ad alzare i prezzi oltre il livello fissato da Ca’ dei Frati.

Gianmichele Portieri

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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