Economia

Vinitaly: partenza col botto per i bresciani

Anita Loriana Ronchi
«Sentiment positivo» e buona affluenza per il Salone internazionale del vino che ha aperto ieri a fiera Verona. Un centinaio le realtà bresciane in vetrina
Stand, espositori e appassionati in piazza dei Signori - Foto tratta da vinitaly.com
Stand, espositori e appassionati in piazza dei Signori - Foto tratta da vinitaly.com
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Una partenza col… botto per Vinitaly 2024, che ha aperto i battenti ieri a fiera Verona con oltre un centinaio di realtà bresciane in vetrina fra cantine, consorzi, associazioni. Alla 56esima edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati è stata registrata un’elevatissima affluenza fin dalla prima mattina e, soprattutto, si sta respirando un clima di ottimismo, nonostante il complesso scenario geo-politico che «raffredda» i mercati. Lo rileva Silvano Brescianini, presidente del consorzio Franciacorta, presente con 27 aziende al Palaexpo Lombardia, 15 nei padiglioni esterni e, novità di quest’anno, la contemporaneità di più aziende (36) presso il banco mescita comune soprattutto dalle aree Franciacorta e Garda.

«Un sentiment positivo, ne abbiamo bisogno - dichiara Brescianini -. Arriviamo da una bellissima vendemmia, l’anno sta comunque andando bene, ma dobbiamo fare i conti con molte incognite». Il Franciacorta ha presentato contestualmente la nuova campagna di brand identity, avente come concept l’idea di celebrare il «valore del brindisi» (per semplificare) nella quotidianità.

Nello stand del consorzio Lugana (215 associati, 28 milioni di bottiglie prodotte nel 2023), il direttore Edoardo Peduto sottolinea l’importanza dell’enoturismo (su cui il consorzio ha messo a punto un progetto ad hoc), quale asset per la promozione del territorio e non solo del prodotto. E sottolinea «l’orgoglio e la responsabilità per il nostro Lugana, verso il quale l’interesse è totale».

«Spumantizzato da vecchie vigne»

La folla è davvero tanta, presso tutti i produttori, con il passaggio di numerose autorità, fra cui il ministro Antonio Tajani che, assieme all’on. bresciano Maurizio Casasco, fa tappa per le foto di rito nello stand dell’azienda agricola Olivini di Desenzano, la cui peculiarità è l’aver «spumantizzato da vecchie vigne», ricreando inedite referenze di Bollicine. E sono presi d’assalto tutti i consorzi. Paolo Pasini, presidente del consorzio Valtenesi, osserva: «In un periodo in cui ci si fanno tante domande sul senso delle fiere, Vinitaly si conferma un appuntamento internazionale di primo piano».

Anche il Montenetto è una piccola area, che ha saputo realizzare un grande valore, all’insegna della coesione, come ricorda la presidente dell’omonimo consorzio, Maria Grazia Marinelli: «Abbiamo puntato molto sulle nuove tecnologie e l’innovazione; siamo stati premiati». Ne è conferma, poco più in là, la cantina vitivinicola San Michele guidata con la cugina Elena da Mario Danesi, anche vicepresidente del consorzio Montenetto, il cui personalissimo Otten, un Capriano del Colle Doc bianco superiore, ottenuto da uve botritizzate di Turbiana, è stato appunto pluripremiato.

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