Vinitaly 2025, presentati i temi di vendemmia etica e qualità del lavoro

Vendemmia etica e rete del lavoro di qualità a Brescia. Sono stati questi i due temi affrontati ieri a Vinitaly dall’Ente bilaterale agricolo territoriale (Ebat) della nostra provincia, che si compone dei rappresentanti di Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila ed è presieduto da Rossella Gazzaretti.
Portare il tema della qualità del lavoro durante le fasi della vendemmia nel contesto di una vetrina importante e internazionale come Vinitaly è stata una scelta che ha premiato gli organizzatori con qualificati relatori e numerosi partecipanti. Quindi nella giornata di ieri che si è contraddistinta per la presenza del Ministro delle politiche Agricole Francesco Lollobrigida e del Commissario Ue all’Agricoltura Cristophe Hansen, non si è parlato solo del tema dei dazi all’export.
Sotto la lente
I vendemmiatori nella nostra provincia sono sempre di più stranieri assunti a tempo determinato che prestano il loro servizio attraverso società terze che li assumono per il tempo necessario per portare le uve in cantina. Se non altro il convegno di Ebat ha ricordato sia i numeri di chi lavora in vigna e rende possibile la raccolta delle uve e sia la necessità che il vino sia anche un prodotto etico rispettoso dei diritti dei lavoratori. In altre parole: un vino frutto di caporalato non è un buon vino.
Nell’occasione a presentare il progetto tutto bresciano di «Vendemmia etica» dell’Ats, sono stati Mauro Colosio e Banali Sonia che sono partiti dai numeri: le ispezioni nella nostra provincia sono passate da 20 del 2017 alle 32 del 2024 coinvolgendo 980 lavoratori, 18 cantine e 4 società di conto terzi con l’80 per cento che ha avuto esito positivo.
I nodi
Le poche criticità riscontrate durante la vendemmia nella nostra provincia hanno per lo più riguardato una scarsa valutazione dei rischi, le caratteristiche dei luoghi di lavoro (assenza di bagni chimici) e la gestione delle emergenze. Un quadro che pone Brescia in una posizione certamente virtuosa rispetto a tante altre realtà del Paese.
«Con la creazione per legge nel 2014 della “Rete del lavoro di qualità” – ha spiegato nel suo intervento il direttore dell’Inps di Brescia, Francesco Cimino – si è creata per le aziende iscritte una white list così da concentrare i controlli su quelle aziende che ancora non vi partecipano. Purtroppo il numero di quelle iscritte è ancora limitato e ci sarebbe la necessità di introdurre degli incentivi affinché le aziende percepiscano il tema della sicurezza e la garanzia dei lavoratori come un investimento e non solo come un costo».
Anche perché le aziende che lavorano senza rispettare le regole creano un danno al settore sia in termini sociali che economici. «Possiamo dire che negli ultimi anni le cose sono migliorate – ha sottolineato Caterina Torchia dell’Itl di Brescia – e sono stati fatti passi avanti senza registrare situazioni gravi. Certamente non c’è da abbassare la guardia rispetto al fenomeno della somministrazione illecita di manodopera laddove i contributi e i versamenti di legge non vengono fatti a svantaggio di lavoratori che sempre più spesso sono ormai solo stranieri».
Pertanto il progetto Vendemmia Etica e la normativa Rete del Lavoro di Qualità sono garanzie che tutelano le aziende, i lavoratori e i consumatori.
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