Economia

Vertenza Mac, ora scattano i licenziamenti

Azienda e Fiom non trovano l'accordo. I metalmeccanici Cgil ricorreranno per vie legali. Il rammarico di Fim, Uilm e Fismic.
Vertenza Mac
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Fine. Mercoledì la vertenza Mac si è formalmente conclusa intorno all'ora di pranzo quando nella sede della Regione Lombardia in via Dalmazia, azienda e Fiom Cgil hanno ribadito le loro posizioni, completamente opposte. Trovandosi così di fronte a un mancato accordo, da oggi, giovedì, la Metallurgica assemblaggi carpenterie di Chivasso - come prevede la legge - potrà staccare le lettere di licenziamento per gli 84 lavoratori in forza nel sito di via Volturno.

Durante l'incontro al Pirellino, Mac ha confermato la volontà di cessare ogni tipo di attività a Brescia. Tenuto conto di questa decisione, ancora una volta la Fiom ha chiesto che Iveco mantenga fede all'accordo sottoscritto nell'aprile '99 al fine di salvaguardare i posti lavoro «lasciati liberi» da Mac. Il gruppo Fiat, però, già da tempo si è auto-escluso da questa partita, dichiarandosi libero da qualsiasi vincolo giuridico (peraltro Iveco fruisce da alcuni anni del contratto di solidarietà a fronte degli oltre 800 esuberi dichiarati nel Bresciano).

«Procederemo per vie legali - annuncia il segretario generale della Fiom Cgil, Francesco Bertoli - e manterremo il presidio fuori dai cancelli di via Volturno». Stamane sono anche state indette due ore di sciopero alla Iveco a inizio turno con assemblea davanti all'entrata di via Fiume.

Il mancato accordo tra Mac e Fiom ha scaturito il rammarico delle altre organizzazioni sindacali coinvolte in questa vertenza. «Nei mesi scorsi avevamo condiviso un percorso alternativo alla mobilità - evidenziano dalla Fim Cisl - che prevedeva l'utilizzo della cassa integrazione per oltre due anni, nonché una serie di politiche alternative per favorire il ricollocamento dei lavoratori. A questi ottantaquattro lavoratori della Mac, invece, non resta niente. Non solo, con lo sciopero di giovedì si mette a richio anche il futuro di Iveco».

Sulla stessa linea di pensiero anche la Uilm Uil: «Senza l'accordo sfuma un'opportunità costruita cinque mesi fa dal Prefetto di Brescia con un piano di ammortizzatori sociali e che di fatto avrebbe rimandato lo smantellamento di questa realtà industriale».
Un concetto pienamente condiviso dal Fismic: «Siamo rammaricati, questa vicenda aveva tutte le carte in regola per non finire così».
Erminio Bissolotti
e.bissolotti@giornaledibrescia.it

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