Economia

Vendite in affanno: i centri commerciali hanno il trend peggiore

Nel confronto con il 2020 il Bresciano cresce del 3% ma le vendite restano sotto i livelli pre-Covid
I centri commerciali hanno fatto registrare un trend negativo - Foto © www.giornaledibrescia.it
I centri commerciali hanno fatto registrare un trend negativo - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Prosegue la fase di assestamento dei consumi, con settembre 2021 che chiude a +1% su settembre 2020, ma ancora in ritardo di ben 11 punti percentuali sul medesimo periodo del 2019. Sull’anno progressivo il trend segna un +7%, anche se il confronto sull’anno pre-Covid è ancora assai negativo: -29%.

Dal canto loro la Lombardia e Brescia tengono e segnano rispettivamente un +2 ed un +3 sul settembre 2020, mentre tra gennaio e settembre 2021 la nostra provincia registra addirittura una crescita di 5 punti. Lo studio. Sono queste, in sintesi, le principali evidenze dell’Osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato relative al mese di settembre 2021 e al progressivo anno, che mostrano indubbi segnali di ripresa sul primo anno di pandemia, ma una persistente flessione sull’anno pre-Covid.

In generale, nei settori merceologici, l’unico in positivo è la ristorazione che, forte di condizioni climatiche favorevoli e dell’ampliamento di dehor e spazi all’aperto, mette a segno una crescita del +18%. In negativo, invece, sia abbigliamento/accessori a -5% sia il non food a -8%. Sull’anno progressivo il non food registra la migliore performance sul 2020 (+17%), mentre seguono a notevole distanza la ristorazione (+9%) e abbigliamento/accessori (+3%), per un totale mercato di +7%.

Tra i canali di vendita, i trend peggiori sono di centri commerciali e outlet, che guadagnano due punti percentuali rispetto ad agosto ma chiudono in negativo a -7%. Le vie dello shopping retrocedono di un punto percentuale rispetto ad agosto e registrano -5%. In faticoso e lento recupero il travel che abbandona il segno meno, sia pure di poco, a +0,3%. Complessivamente, la fotografia dell’Italia dei consumi è a macchia di leopardo, con un Nord, Milano in testa, che fa da locomotrice insieme alle mete turistiche più note, e un’altra parte del Paese che fa più fatica a stare al passo.

Tra le regioni, l’Umbria si aggiudica la palma della peggiore in flessione di -11%. In testa alla classifica è il Lazio (+9%) seguito da Puglia (+5%), Sardegna (+4%), Lombardia e Trentino (+2%). L’analisi per città rileva l’ottimo trend di Milano che chiude settembre 2021 «vs» settembre 2020 a +36% e si aggiudica il primo posto tra le città prese in esame.

Più distante, ma sempre in miglioramento nel medesimo periodo di riferimento, troviamo Firenze a +13% e Roma a +9% a cui seguono Bologna +2% e Palermo +1%. Con segno invece negativo si posizionano Genova a -11%, seguita da Napoli a -7%, Venezia -3% e Torino -2%. Tra le province solo (tra cui la nostra) hanno segno positivo: Bari +14%, Roma +12%, Milano +10%, Novara +7%, +3% per Brescia, appunto, insieme a Padova e Firenze, +2% per Verona e +1% per Venezia.

«Certamente la pandemia ha cambiato il modo di consumare delle persone, lasciando voglia di convivialità e di socialità, riducendo i consumi in alcuni settori e favorendo per tutti l’accesso ai canali digitali dello shopping» - commenta Alberto Mazzoleni, partner EY e professore ordinario Università di Brescia, che aggiunge: «A settembre 2021 la provincia di Brescia ha registrato un +3% dei consumi rispetto allo stesso mese del 2020, e un +5% nel periodo gennaio-settembre 2021 rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio.  Dato lontano dalle performance di alcune grandi città, Milano in primis, ma che fa ben sperare».

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