Economia

Uno Zulù da gran premio: l'innovazione dei piccoli

Il grissino al cioccolato della Valledoro vince quale miglior prodotto all’Anuga di Colonia. Brevettati nome, idea e macchinari
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Piccola grande storia per chi pensa che l’innovazione abbia a che fare solo con il digitale, la realtà aumentata, la meccatronica o robe simili. La storia di oggi non ha per protagonista un colosso.

La Valledoro di Brescia è una piccola azienda. Fa grissini e prodotti salati da forno. L’anno prossimo fa i sessant’anni. Una trentina di addetti che sono un campionario dei colori del mondo, 8 milioni di fatturato per il 16% all’export. Otto milioni - va detto - non sono cifre da multinazionale anche se - va aggiunto - posizionano Valledoro nella fascia alta dei grissinifici visto che questo è un mercato che, in Italia, vale 200 milioni con 200 aziendine. La media - facile da calcolare - è di 1 milione per azienda.

Su a Casazza, a nord della città dove gli Zubani della Valledoro tengono casa e bottega, in questi giorni stanno festeggiando il premio allo Zulù. L’innovazione sta qui: in questo grissino ricoperto quasi per intero di cioccolato che a Colonia, in Germania, in occasione della recentissima Anuga (maggior fiera mondiale dell’agroalimentare) è stato premiato con l’Anuga Awards 2013 quale miglior prodotto dolciario.

Giorgio Zubani oggi guida l’azienda fondata dal padre (quello dei Bibi-Bibò) con il primo dei cinque suoi figli: Giulio, 32 anni, da una dozzina in fabbrica. E’ un po’ lui l’inventore dello Zulù. E la cosa dice di come l’ingresso di nuove energie spesso sia utile a vecchi prodotti: «Pensavo di fare delle palline di prodoto secco ricoperte di cioccolato, tipo grissino tondo-tondo al cioccolato. Ma era un casino», dice. «Una volta fatte si appiccicavano tutte. Ho dovuto cambiare idea».

Ed è nato lo Zulù, nelle versioni fondente e al latte. Un grissino per quattro quinti ricoperto di cioccolato, 12 per ogni scatola rigida (innovazione anche qui: niente sacchetto, solo scatola), venduto con margini discretamente più alti di quelli dei classici grissini. Potevano chiamarsi Watussi, che forse dava più l’idea di questo snack lungo, stretto e nero. Ma Watussi era un nome-marchio già registrato. E quindi avanti con gli Zulù.

Ma c’è un aspetto che conferma l’idea di innovazione che sta dietro un grissino. E cioè che, per fare gli Zulù, Giorgio e Giulio Zubani si sono dovuti inventare la macchina che riesce a farli. Ed hanno brevettato il tutto in tutto il mondo: nome, processo, macchinari.

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