Economia

Un ex operaio Iveco guiderà la Fiom bresciana

Con il 99% dei consensi, Francesco Bertoli è il nuovo segretario provinciale della Fiom. Michela Spera entrerà nel direttivo nazionale
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La sua candidatura è arrivata direttamente dalla segreteria nazionale dei metalmeccanici Cgil guidata da Maurizio Landini e, ieri, ha ricevuto il consenso del direttivo provinciale. Con 73 preferenze su 74 voti validi, Francesco Bertoli è il nuovo segretario della Fiom di Brescia.

Un'elezione, la sua, che assume un significato particolare in questo delicato momento dell'economia bresciana, in particolare dal punto di vista occupazionale e delle relazioni industriali. «Francesco - come ha evidenziato Maurizio Landini - anni fa era un operaio dell'Iveco: in quella stessa fabbrica è diventato delegato sindacale e ora è stato eletto segretario provinciale della Fiom a conferma che vogliamo tornare in Fiat entrando dalla porta principale». Una missione non impossibile che Bertoli intende portare a termine seguendo la linea tracciata da Michela Spera che, dopo otto anni passati alla guida della Fiom, lascerà Brescia per andare a occupare un posto nel direttivo nazionale. «Francesco sarà capace di mantenere l'autonomia di questa federazione attraverso una gestione pluralista che ci ha sempre contraddistinto» è stata la benedizione dell'ormai ex segretario provinciale. E lo stesso Bertoli ha assicurato che il ruolo della sua segreteria (ufficializzata solo a metà aprile) sarà «chiaro e trasparente» sia nei confronti della confederazione sia in quelli della Camera del lavoro.

Ma al di là della salvaguardia dei rapporti interni con la Cgil, il lavoro che maggiormente terrà impegnato il neo leader della Fiom sarà - secondo sua stessa ammissione - la difesa dei diritti dei lavoratori. Soprattutto ora che l'economia continua a lesinare segnali di ripresa e che il mondo sindacale deve fare fronte a una pesante riforma del lavoro giunta dopo una già criticata correzione del sistema previdenziale. «Rispetto al 2003, quand'era stata eletta Michela Spera - ha aggiunto Bertoli - mi troverò ad operare in un sistema produttivo che è peggiorato, sotto tutti i punti di vita. Per questo motivo la Fiom dovrà continuare e garantire i diritti dei lavoratori e la nostra presa di posizione al tavolo delle trattative continuerà ad essere la stessa anche se non siamo presenti nel contratto nazionale».

Pare dunque di capire che il mandato di Bertoli sarà nel segno della continuità. «A Brescia - ha inoltre chiarito l'ex operaio Iveco - dovremo portare a termine la contrattazione di secondo livello in molte fabbriche, sapendo di vivere in una situazione molto complicata». Senza dimenticare che la posizione del suo sindacato dovrà essere «ritarata» su altre vertenze, ad esempio quella della Cacciamali di Calvisano o della Rothe Erde di Visano che, come ha rilevato Bertoli «con le nuove norme sul lavoro si sarebbero già concluse con un notevole aumento della disoccupazione».

Su questo aspetto Maurizio Landini ha così voluto evidenziare che Fiom «non firmerà mai accordi separati». E per rincarare la dose, Michela Spera ha svelato che negli ultimi tre anni «la Fiom ha rinnovato più di 120 accordi aziendali» dove, peraltro, Francesco Bertoli ha avuto un ruolo da protagonista «perché è riuscito a raggiungere un'intesa anche per circa 500 accordi formativi». E se ieri da Brescia è partito l'ennesimo «no» della Fiom agli accordi separati, nello stesso tempo è stato lanciato un nuovo invito all'utilizzo dei contratti di solidarietà per tamponare le emorragie del nostro sistema industriale. «Sarebbe un atto intelligente se il governo decidesse di defiscalizzare questo strumento» è stata la proposta-provocazione di Landini che non ha nascosto: «Vogliamo provare a riconquistare un contratto nazionale». «Con questa determinazione - gli ha fatto eco Bertoli - Fiom si è conquistata nel tempo il rispetto delle imprese e delle istituzioni».

Lo dimostrano anche i numeri del sindacato bresciano che Michela Spera legge, con un filo d'orgoglio nella sede di via Folonari: «A fine anno, il 95 per cento dei nostri iscritti (circa 19.600) ha deciso di rinnovare la tessera. E sempre nel corso del 2011, il 72 per cento dei delegati è risultato eletto nelle liste della Fiom».
Erminio Bissolotti
e.bissolotti@giornaledibrescia.it

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