Economia

Ubi Banca, gli azionisti bresciani al lavoro sulla lista

In vista del rinnovo dei vertici nel 2019 il «Sindacato» si rivolge alla società di consulenza Egon Zehnder
MEDTRONIC, "SOLUZIONE BRESCIANA"
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Verrà con molta probabilità convocata il prossimo ottobre l’assemblea straordinaria dei soci di Ubi Banca chiamati ad approvare il nuovo modello di governance dell’istituto. Il nuovo statuto è quasi pronto e recepisce le linee guida approvate all’unanimità lo scorso dicembre dalla Sorveglianza che indicano il superamento del modello di governance duale (ovvero, con due consigli) per abbracciare quello «monistico», ovvero con un solo Consiglio di amministrazione composto da quindici membri, in carica per tre anni, all’interno del quale viene creato un Comitato di cinque membri per il controllo della gestione.

Quindici membri in tutto quindi, invece degli attuali 22, ma ricordiamo che nel 2013 erano 32. Il numero più basso di consiglieri espressi per la governance di un gruppo bancario italiano, due terzi dei quali indipendenti. Il nuovo statuto dovrebbe prevedere un sistema di nomina del Consiglio in continuità con quello attuale, ovvero consiglieri tratti dalle prime due liste con soglie percentuali per la definizione del numero dei consiglieri di minoranza fino ad un massimo di tre.

La storia di Ubi Banca corre veloce: l’abbandono del duale rappresenta la terza rivoluzione attuata dall’istituto guidato da Victor Massiah dopo la trasformazione da Popolare a Spa (Ubi fu la prima banca italiana a fare il passo) e l’approdo a banca unica. Il prossimo ottobre, quindi, l’assemblea modificherà lo statuto, ma il sistema monistico, nei fatti, entrerà in vigore solo in primavera con la scadenza naturale degli attuali vertici.

Ubi è per certi versi una banca unica nel suo genere; possiede infatti un nocciolo duro di azionisti storici, non speculativi, che in questo decennio le ha garantito stabilità e crescita. Il rinnovo dei vertici è una partita estremamente delicata sulla quale si stanno muovendo i primi passi. Ieri il «Sindacato azionisti Ubi Banca» a trazione bresciana, rappresentativo di circa il 15% del capitale sociale tra azioni sindacate e non (quelle sindacate sono pari al 12,95%) ha annunciato di aver conferito alla società di consulenza internazionale Egon Zehnder International spa, il mandato di consulenza per la definizione della lista dei consiglieri per il rinnovo dell’organo societario per il triennio 2019-2022.

«Egon Zehnder - si legge in una nota - supporterà il "Sindacato" nella predisposizione dei profili ideali dei Consiglieri, inclusi gli organi apicali ed i membri dei comitati endoconsiliari. E sarà inoltre assistito dal proprio consulente legale nelle valutazioni in merito alla rispondenza dei requisiti previsti dalle normative in materia di "Fit and Proper" dei singoli candidati».

Lista di competenze. L’obiettivo è duplice: non solo validare la lista con il timbro di un consulente di caratura internazionale, ma formulare una «lista» di candidati (sono 11 quelli eletti dalla maggioranza; 3 dalla minoranza; poi c’è l’ad Massiah, figura che rappresenta la continuità dell’istituto) in grado di meglio garantire il rispetto delle disposizioni di legge, le stringenti norme richieste dalla vigilanza della Bce e soprattutto comporre quell’equilibrato mix di competenze necessario per la banca del futuro, nel rispetto di una lunga storia.

 

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