Economia

Ubi Banca e Banco Bpm: l'ipotesi delle nozze piace alla Borsa

La possibile fusione tra i due istituti ha spinto ieri i rispettivi titoli azionari in testa a un Ftse Mib quasi tutto in rosso
La Borsa di Milano - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Alla Borsa l'idea piace anche se le (eventuali) nozze non sono imminenti e la strada che porta all'altare non è priva di ostacoli. 

La possibile fusione tra Ubi Banca e Banco Bpm, che l'amministratore delegato del Banco Giuseppe Castagna ha rianimato definendola un'opzione che «ha senso», ha spinto ieri i titoli delle due banche in testa a un Ftse Mib quasi tutto in rosso, con l'istituto milanese che ha guadagnato l'1,17% a 1,89 euro e quello di Brescia e Bergamo lo 0,62% a 2,59 euro. 

Agli analisti l'ipotesi piace perché aiuterebbe a ridurre i costi in un contesto di forte competizione, tassi bassi e quadro macro incerto. Ma non mancano le difficoltà, rappresentate in primo luogo dalla necessità di assicurare una governance efficace, che vedrebbe due capi azienda forti come Castagna e Victor Massiah contendersi la guida della banca. E in secondo luogo dal rigore della Bce, che per autorizzare il merger potrebbe imporre una ulteriore pulizia di bilancio per la quale servirebbe chiedere soldi al mercato. 

Proprio Morgan Stanley, in un recente report, ipotizzava che dalle nozze potessero discendere risparmi di costo nell'ordine del 30% ma anche il rischio di un aumento di capitale da 1,5-2 miliardi. «Prima o poi le fusioni tra le banche italiane dovranno iniziare e questa operazione sembra essere uno dei deal con il miglior razionale possibile», ha scritto ieri Intermonte ai propri clienti. «Il taglio dei costi sarebbe rilevante» per Fidentiis che individua nella definizione di «una governance a prova di roccia» il «maggior ostacolo per un deal come questo». Opinione condivisa da Equita, secondo cui un'intesa trova per ora «un ostacolo difficilmente superabile nella governance», a cui si aggiunge il rischio che la Bce possa «chiedere rafforzamenti patrimoniali» e la necessità di «un allineamento delle valutazioni dei due titoli», con Banco Bpm che tratta a sconto del 25% rispetto a Ubi in termini di prezzo sul patrimonio. 

In ogni caso di una eventuale fusione non si parlerà prima dell'anno prossimo. Le due banche sono al momento focalizzate sulla predisposizione dei rispettivi piani industriali mentre in primavera bisognerà attendere il rinnovo del cda del Banco, che ha già dato mandato a Egon Zehnder per mettere a punto una sua lista.

 

 

 

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