Economia

Turismo low cost: sono 80 i camping bresciani

Nel 2012 più di 2,2 mln di presenze (notti). Manerba, Iseo e Moniga capitali dell'ospitalità.
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Sono il fiore all'occhiello del turismo sostenibile, la miglior offerta di vacanze a contatto con la natura e l'aria aperta che Brescia può offrire. In più, garantiscono i prezzi più competitivi del mercato dell'ospitalità, quelli alla portata del maggior numero di tasche. Stiamo parlando delle imprese bresciane che offrono «campeggio»: 80 realtà tradizionali, ma sempre più tecnologiche, tornate di gran moda nelle ultime estati sui laghi di Garda, Iseo, Idro e in Valcamonica.

Nonostante la crisi i campeggi da casa resistono alla concorrenza globale puntando su un'offerta paesaggistica invidiabile - tra spiagge e montagne - ma anche su un'organizzazione e una capacità di modernizzarsi che non ha perso un centimetro sull'evoluzione tecnologica e il comfort. In nessuno degli spazi ricettivi di Manerba, Iseo, Moniga, San Felice, Toscolano, Sirmione e Idro - per citare le cittadine più attrezzate - mancano ai turisti la possibilità di connettersi a internet o di trovar casette e bungalow attrezzate con ogni servizio.

Con queste credenziali quello della gestione dei campeggi è un business che ha mantenuto la sua storica appetibilità, e continua a creare posti di lavoro stagionali ricercati soprattutto dai giovani, tra un giro d'affari che si aggira attorno ai 70 milioni di euro l'anno (con una media di 30 euro giornalieri per turista) e un parco ospiti che nel 2012 ha raggiunto quota 337 mila.

A dire che complessivamente al comparto non manca la salute sono i numeri ufficiali dell'anno scorso, raccolti dall'Assessorato al Turismo della Provincia di Brescia. Nella bella stagione gli 80 campeggi sono arrivati a contare oltre 2 milioni e 200 mila "presenze" (il numero di notti trascorse nelle aree attrezzate) e 337 mila vacanzieri. «A sostenere il lavoro sono stai più gli stranieri che gli italiani - conferma il presidente di Faita Federcamping Margherita Facchini - 195 mila contro 141 mila, con 1 milione e 527 mila presenze contro 678 mila. Anche la media di permanenza parla più tedesco e olandese che italiano, con quasi otto giorni di soggiorno contro cinque.

Attualmente la capacità ricettiva delle nostre strutture è di 44 mila posti, divisi tra 12 mila piazzole libere e 1.610 unità abitative tra fisse e mobili. La superficie occupata dai campeggi invece è di 2 milioni e 205 mila mq, quasi tutti a pochi metri dai laghi».
Un segno che testimonia la capacità di continuare a far tendenza di queste imprese è la crescita di posti: più 1.500 in 11 anni, con un passaggio dai 42 mila 500 del 2001 ai 44 mila attuali. Segno del cambio di passo, tra modernizzazione e crescente offerta di comodità, è la riduzione di quasi 2 mila piazzole libere, quelle dedicate alle tende, scese da 13 mila 720 a 12 mila, che hanno progressivamente lasciato spazio a casette di legno, bungalow e roulottes, cresciute di oltre 500 unità, dalle 1.079 del 2001 alle 1.610 dell'anno scorso. Più in generale comunque la qualità si riflette nelle «stelle» conquistate nell'ultimo decennio dai nostri camping. I «quattro» stelle sono aumentati da 12 a 20 e i «tre» stelle da 24 a 29, mentre allo stesso tempo si sono ridotti drasticamente i «due» e «una» stella: i primi scesi da 43 a 30 unità, gli altri da 6 a 1.

Dove ha trovato terreno più fertile lo sviluppo di questo business? Fermo restando che l'equipaggiamento più vistoso è quello del Garda, dove le attività sono 50 (18 le sebine, 7 sull'Idro e 5 le camune), le due cittadine che hanno più creduto in questo business sono Manerba con 15 attività e Iseo con 14, seguite da Moniga con 9, San Felice con 8 e Toscolano con 7. Sull'Eridio la presenza più ampia è quella di Idro con 4 strutture. I campeggi di montagna invece si trovano a Borno, Cevo, Corteo Golgi, Edolo e Temù.

Flavio Archetti

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