Troppa pioggia, nei campi bresciani situazione senza precedenti

«Lo scenario agronomico attuale in provincia di Brescia presenta una situazione che non ha precedenti a livello storico». Così Giovanni Martinelli da poco nominato presidente Condifesa Lombardia nord Est e vice presidente di Coldiretti Brescia fotografa la situazione agricola della nostra provincia.
«Un terzo del mais - dice - deve essere ancora posto in campo e gli altri due terzi, che sono nati nei terreni, sono in condizioni veramente critiche perché le continue piogge hanno rallentato lo sviluppo e sono in ritardo di circa due mesi rispetto alle precedenti annate. Una azienda zootecnica però ha anche altre colture in campo, come il loietto, che in tempi normali dovrebbe sfalciare e portare ad essicazione - continua Martinelli - ma in questo momento è fortemente penalizzata perché non essendoci stati i classici 4-5 giorni di sole importante, si va a ritardare il tempo dello sfalcio e questo va a peggiorare la qualità del prodotto. Ciò vale anche per orzo, frumento e triticale, tutte varietà che solitamente in questo periodo erano già ampiamente raccolti per lasciar spazio ad altre colture in successione che possono essere, ad esempio, mais di secondo raccolto o il sorgo».
La panoramica
Basta pensare che manca oltre il 60% delle semine della soia. E gli sfalci sono in grande ritardo, soprattutto nei pascoli di montagna dove le operazioni sono di per sé più complicate. Una situazione che preoccupa gli allevatori che utilizzano il fieno come alimento per gli animali.
Per iniziare a ragionare su come affrontare e porre rimedio alla situazione recentemente il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli, ha scritto all’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi, anzitutto per chiedere di attivare un tavolo di lavoro congiunto, per passare dalla fase emergenziale a una risolutiva e per l’attivazione di tutte le deroghe possibili anche valutando la dichiarazione di uno stato di calamità per le zone più colpite.
I numeri
Solo nei mesi di marzo e aprile, precisa Coldiretti su dati Arpa, quest’anno in Lombardia sono caduti 324 millimetri di pioggia. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo all’agricoltura che nel 2023 hanno superato i 6 miliardi.
La condizione di incertezza che si sta vivendo nei campi della nostra provincia impone di rivedere l’organizzazione aziendale e la normale programmazione colturale. Ma non è facile. Anche perché bisognerebbe riuscire a decidere se concentrare la preparazione e la lavorazione del terreno inseguendo le finestre di bel tempo; se cambiare in corsa il tipo di coltivazione o se mantenere la stessa scegliendo però varietà di piante che maturano in meno tempo; se riseminare tutto laddove i terreni erano già stati lavorati.
«Il nostro Consorzio - chiosa Martinelli - diventerà sempre di più un punto di riferimento imprescindibile per le imprese agricole di fronte agli impatti del cambiamento climatico visto che si è in grado di mettere a disposizione strumenti su misura a seconda delle diverse esigenze, modulando la singola polizza per trovare la forma più idonea a tutela il reddito aziendale. Anche perché l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive le conseguenze dei cambiamenti del clima ed è anche il settore più impegnato a contrastarli».
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