Economia

Terreni di Franciacorta e Garda al top: fino a 250mila euro il costo per un ettaro

Registrato un incremento dei valori delle aree destinate alla produzione di vino, olio e frutta
Uno scorcio dei vigneti della Franciacorta - © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio dei vigneti della Franciacorta - © www.giornaledibrescia.it
AA

Acquistare un terreno in Franciacorta, se si parla di vigneti Doc, costa dai 180.000 ai 250.000 euro per ettaro. Non siamo ancora ai valori di Piemonte e Toscana, pure terre di vini Doc, in cui i campi coltivati a vigna hanno superato i 500.000 euro all’ettaro, ma il territorio franciacortino si pone certamente tra le aree agricole di pregio del nostro Paese.

Se le zone agricole della nostra provincia confermano l’andamento dell’anno precedente, in Franciacorta i terreni destinati a vigneto hanno registrano un incremento dei valori grazie alla vivacità del mercato enologico e alla sua declinazione enoturistica e turistico - esperienziale nelle cantine. Il quadro emerge dall’analisi del Listino dei valori degli immobili di Brescia e Provincia, edito da Pro Brixia e curato dalla Borsa immobiliare, con riferimento al periodo maggio 2021 - maggio 2022.

Quotazioni da primato

«C’è un rafforzamento della zona del Franciacorta ma anche del Lugana che negli ultimi dieci anni aveva registrato un exploit - spiega Gianbattista Quecchia, presidente del Comitato di Borsa -. Per il resto è confermata la fotografia dell’anno precedente». Il primato nei valori va appunto alla Franciacorta, alle zone lacustri del Lugana e all’area tra Cellatica, Botticino, Gussago, Monticelli Brusati e Ome. A Cazzago San Martino, Paderno Franciacorta, Adro, Capriolo, Corte Franca, Erbusco, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo e Rodengo Saiano i valori per ettaro nei vigneti che producono vini Doc vanno dai 180.000 ai 250.000 euro.

Le aree

È sempre la produzione Doc a portare le zone agricole bresciane nei posti più alti della classifica dei prezzi. A Desenzano e Lonato del Garda, Pozzolengo e Sirmione, dove si produce il Lugana, per i vigneti Doc si va dai 180.000 mila ai 250.000 euro per ettaro, in Valtenesi dai 133.000 ai 200.000 euro per ettaro, in pianura, a Capriano del Colle, Flero, Poncarale (dalle uve nasce sempre un vino Doc), dai 100.000 ai 145.000 euro per ettaro.

In media Valcamonica, dove da alcuni anni si sta lavorando per la riscoperta dei vitigni in particolare del Conoide della Concarena - dopo la guerra c’erano 1.800 ettari di vigneto da Darfo all’Alta Valle - i terreni dei vigneti Igt hanno un costo per ettaro tra i 110.000 e i 170.000 euro per ettaro. «Le produzioni di pregio fanno la differenza - sottolinea Quecchia. Pensiamo ad esempio anche a Cellatica, Botticino, Gussago, Monticelli Brusati e Ome dove i terreni con i vigneti Doc valgono dai 180.000 ai 250 mila euro».

Gli uliveti

Altra produzione pregiata è quella degli uliveti. Sempre in Valtenesi per acquistare un terreno con ulivi bisogna spendere tra i 133.000 e i 200.000 euro per ettaro, sul lago di Garda, a Gardone Riviera, Gargnano, Limone e Toscolano Maderno dai 120.000 ai 180.000 euro per ettaro, sul Lago d’Iseo, a Iseo, Marone, Montisola, Pisogne, Sale Marasino, Sulzano - ricordiamo ad esempio il celebre Olio di Marone - dai 113.000 ai 160.000 euro per ettaro.

Nella porzione tra Brescia, Castelmella, Collebeato, Concesio, Rezzato e San Zeno Naviglio le aree agricole con frutteto vanno dai 160.000 ai 225.000 euro per ettaro, in Valtrompia, a Brione, Caino, Marcheno, Polaveno, Villa Carcina dai 126.000 ai 180.000 euro per ettaro. «I vigneti doc sono stati ben identificati nei mappali ed è anche questo aspetto che ha fatto alzare il valore - spiega Quecchia - . I terreni con uliveto devono essere vocati da anni alla coltivazione degli ulivi».

Il presidente del Comitato di Borsa conclude: «La possibilità di sviluppo per la Franciacorta c’è ancora, così come per le altre zone in cui si produce buon vino. Consideriamo poi che le politiche nazionali ed europee vanno verso il consumo di suolo zero e quindi il valore delle aree agricole è destinato ad aumentare. Tuttavia bisognerà vedere quali conseguenze avrà sui terreni non irrigui e su colture come il granoturco e il frumento l’estate molto secca che stiamo vivendo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia