Economia

Tassi e inflazione fanno crollare le compravendite di case a Brescia: -14,8%

Paola Gregorio
Forti cali in Valcamonica e nel Sebino-Franciacorta. Il mercato è in tenuta in Valsabbia e Valtrompia
brescia conaca redazione cronaca   per francesco alberti  vedute dall'alto della citta     21-06-2012  pierre putelli  new eden group
brescia conaca redazione cronaca per francesco alberti vedute dall'alto della citta 21-06-2012 pierre putelli new eden group
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La frenata delle vendite c’è anche se rispetto a Milano - dove lo stock di case in offerta è cresciuto del 16% se paragonato ai dodici mesi precedenti (contro una media italiana del 5%) - nella nostra provincia l’invenduto si è contratto decisamente rispetto alle 18mila unità negli anni pre-crisi 2007 - 2008. Nel mercato immobiliare residenziale bresciano si registra dunque un cambio di rotta: se dal 2017 al 2022 le compravendite sono sempre state in costante aumento, nel 2023 c’è stato invece una diminuzione.

Nel primo semestre del 2023, dicono i dati di Omi, l’Osservatorio Mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, si è protratto il calo delle compravendite già in corso nei sei mesi precedenti, che hanno segnato complessivamente a livello provinciale un meno 14,8%.

Le ragioni del calo

L’aumento significativo dell’inflazione e dei tassi di interesse, il rialzo dei prezzi e la perdita di potere d’acquisto delle famiglie hanno certamente influito. Ma nel Bresciano si aggiunge un dato: il numero di case invendute si è appunto decisamente ridotto.

«Dopo il Covid gli immobili invenduti sono stati assorbiti quasi tutti - conferma Demetrio Rossi, coordinatore del Listino della Borsa immobiliare - . Il nuovo è poco perchè i cantieri non sono molti e neppure l’usato è abbondante. Con il Covid le persone hanno cercato principalmente immobili con spazi più grandi e esterni. E questi edifici sono stati venduti. Poi con l’inflazione e l’aumento dei tassi dei mutui, le vendite si sono fermate».

I numeri

Tornando ai numeri, nel dettaglio il segno meno riguarda sia la città sia la provincia. Nel capoluogo il calo è stato del 13,2%, in Valle Camonica del 24,2%, in Franciacorta e sul Lago d’Iseo del 19,1%, nell’hinterland del 14,4%. Seguono il Lago di Garda e la Valtenesi (-13,6%), la Pianura Bresciana, (-12.4%), la Valle Trompia (- 9,8%) e la Valle Sabbia (- 5,4%). Cifre che vanno però incrociate con il numero delle transazioni.

In tutta la provincia sono state 8.205, la maggior parte concentrate tra la pianura (1.912), il Benaco e la Valtenesi (1.528) e Brescia (1.420).

Guardando alla città, anche qui la maggior parte delle zone ha registrato una battuta d’arresto. All’interno delle mura venete, l’andamento è a macchia di leopardo: nel centro storico il calo è stato del 18%; nel perimetro corso Zanardelli, Palestro, via X Giornate, corso Magenta, le piazze Loggia, Vittoria, Paolo VI e via Mazzini del 38% (ma qui le compravendite sono state solo 10, a fronte delle 52 del centro storico); al Carmine invece c’è stato un aumento del 17%.

Fuori dalle mura venete, il trend è quasi ovunque negativo. Fanno eccezione la Panoramica, via Ronchi, via Ambadoro con un + 30% (ma le transazioni qui sono state solo 17), viale Venezia, le vie Diaz e Piave e Stazione (con un + 17%) e via Milano e Fiumicello (con un + 6%).

Pure in questo caso conta il numero di compravendite. Il numero più alto si è avuto in via Veneto, Crocifissa di Rosa, Ospedale e Mompiano (219 ma a fronte di - 26%), San Polo, Volta e Buffalora (180 con un - 22%) via Milano e Fiumicello (127), Quartiere Abba, S. Anna e Urago Mella (121 con un - 9%). «Le zone centrali sono le più care e quindi quelle in cui un calo è comprensibile. Mompiano è una zona molto richiesta, come via Veneto e Costalunga - commenta Rossi - . Via Milano è ora oggetto di riqualificazione e questo può spiegare l’aumento del numero delle compravendite».  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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