Economia

Tasse: salta la proroga, ma parte la riforma del Fisco

Niente Imu prima casa, si parte da Irpef e assegno unico di Domenico Conti
Fisco e tasse (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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Non ci sarà una nuova proroga delle scadenze fiscali: avrebbe dato più tempo a imprese e partite iva, ma ha prevalso la necessità di far quadrare i conti con un flusso di cassa stimato in 8,4 miliardi. E prende forma - con un tavolo convocato a breve - la riforma del fisco: escluso il ritorno dell'Imu sulla prima casa, farà perno sul taglio del cuneo fiscale per le imprese e dell'Irpef per i dipendenti, e l'assegno unico per assistere chi ha figli a carico.

«Contiamo, anche con la diretta partecipazione del presidente del Consiglio a breve di riconvocare il tavolo della riforma fiscale e di accelerare il lavoro», ha detto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Nella riforma - precisa Gualtieri per spegnere sul nascere voci e illazioni - «non ci sarà la reintroduzione dell'Imu sulla prima casa, e nessun meccanismo che porti a un aumento delle addizionali». L'obiettivo è «ridurre la pressione fiscale anzitutto sul lavoro», proseguendo la riduzione dell'Irpef nel principio di progressività. L'altro tassello della riforma «riguarda l'assegno unico, rafforzando l'intervento a favore dei figli e della genitorialità». Nella cornice complessiva di una semplificazione delle procedure che hanno reso il regime «ingestibile» fra detrazioni e interventi settoriali. E con risorse da trovare nella lotta all'evasione, spingendo sui pagamenti digitali, sulla razionalizzazione, appunto, delle detrazioni, e sul riordino dei sussidi ambientalmente dannosi.

Tramonta definitivamente, invece, un'ulteriore proroga delle scadenze di luglio e agosto: lo ha confermato, col rammarico per il mancato rinvio a favore del quale si era speso, è il sottosegretario al Tesoro Alessio Villarosa, al question time in Commissione Finanze alla Camera. L'ulteriore proroga richiesta inciderebbe - ha spiegato - «sull'elaborazione delle previsioni delle imposte autoliquidate della Nota di aggiornamento al Def che, come noto, deve essere presentata al Parlamento entro la fine del mese di settembre». Il governo aveva già rinviato le scadenze ordinarie del 30 giugno e del 30 luglio (con maggiorazione dello 0,4%) rispettivamente al 20 luglio e al 20 agosto. Di più - hanno ragionato al Mef - non si poteva fare: il saldo 2019 e acconto 2020 delle imposte sui redditi, mette in gioco 8,4 miliardi da 4,5 milioni di partite iva. Nei primi cinque mesi dell'anno le sospensioni accordate al settore nei mesi del lockdown hanno fatto crollare di 22,2 miliardi le entrate tributarie e contributive su base annua. E per quest'anno, è il ragionamento, è già stato cancellato definitivamente il saldo e acconto dell'Irap. Piuttosto, nel governo si ragiona se riprogrammare le scadenze fiscali di settembre, mentre le imprese possono contare sulla spinta al credito e sulle erogazioni a fondo perduto del Dl Rilancio. Sono a quota 4,2 miliardi, ha fatto sapere l'Agenzia delle entrate la cui attività di verifica, incrociando le banche dati, ha già consentito di bloccare soggetti già implicati in frodi fiscali, o che tentavano di accedere ai fondi attraverso 'scatole vuotè. 

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