Economia

Stanadyne torna ad assumere: in fabbrica tutti a tempo pieno

Flavio Archetti
A 180 giorni dalla messa in liquidazione decisa dal fondo Usa i lavoratori cessano la «cassa». Basile: «Ha vinto il lavoro»
A Castenedolo l’assemblea aperta ai politici davanti allo stabilimento della Stanadyne - © www.giornaledibrescia.it
A Castenedolo l’assemblea aperta ai politici davanti allo stabilimento della Stanadyne - © www.giornaledibrescia.it
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Dopo sei mesi di crisi per gli 85 lavoratori di Stanadyne c’è davvero luce in fondo al tunnel. Il 3 giugno avrebbe dovuto essere il giorno della chiusura dell'impresa di Castenedolo, dopo la messa in liquidazione decisa il 4 dicembre scorso dal fondo statunitense Cerberus, invece sarà il giorno in cui finiranno gli ammortizzatori sociali e tutti rientreranno al lavoro a tempo pieno. In più nei prossimi giorni in via Matteotti arriverà un nuovo dipendente, il terzo assunto delle ultime settimane, e contemporaneamente la trattativa per la vendita dell'impresa sta facendo nuovi passi in avanti.

Dopo soli sei mesi

Resistenza, serietà, capacità e attaccamento al lavoro sono le caratteristiche che hanno permesso ai dipendenti di Stanadyne - specializzata nella produzione di sistemi di iniezione e valvole Egr per i motori diesel di trattori, muletti e carrelli elevatori - di cambiare le sorti di una vertenza che si presentava disperata. Sei mesi fa pareva che gli 85 lavoratori fossero destinati alla disoccupazione, o comunque a doversi cercare un altro posto, mentre oggi le prospettive sono diverse e c'è ottimismo, alimentato non solo da una gestione controllata e di successo della produzione del presidio da parte dei lavoratori, ma anche dalla trattativa in corso (si starebbero compiendo una serie di accertamenti tecnici) per il passaggio di mano al gruppo tedesco Motorenfabrik Hatz.

Grande soddisfazione di Barbara Basile, la componente di segreteria di Fiom Cgil che in questi mesi ha seguito più da vicino la vicenda: «Il 3 giugno doveva essere il giorno in cui tutti i lavoratori avrebbero incassato l’esito nefasto della scelta di chiudere la produzione, e invece, dopo 15 mesi di fruizione del contratto di solidarietà - partita nel febbraio del 2024 per il calo delle commesse - riprenderanno tutti a pieno l’orario lavorativo, senza più l’utilizzo di alcun ammortizzatore sociale. Ha vinto il lavoro, gli ordinativi non mancano e non mancano nemmeno le prospettive per il futuro».

Martedì 3 giugno prossimo sarà anche il giorno in cui gli 85 lavoratori incontreranno (dalle 14) in assemblea pubblica il sindaco di Castenedolo Pierluigi Bianchini, le consigliere regionali Miriam Cominelli e Paola Pollini, e i sindacalisti Diego Vollaro, Antonella Albanese (di Cgil Brescia) e Ciro D’Alessio (Fiom nazionale), oltre a tutti quelli che vorranno partecipare alla riunione. Il tema all’ordine del giorno, da trattare in un luogo in cui la dignità del lavoro si è difesa davvero, tra sofferenza e rischio reale, saranno proprio i diritti dei lavoratori e la possibilità di ampliarli attraverso lo strumento democratico del referendum, in programma domenica 8 e lunedì 9 giugno prossimi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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