Economia

Sivieri: «Disponibile a ricandidarmi con un mandato a tempo»

A poche settimane dall’assemblea generale di Apindustria di fine maggio, Douglas Sivieri interviene sul tema della successione
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«Ho sempre pensato fosse opportuno e necessario un ricambio veloce alla guida di Apindustria. Ma qualora l’associazione non riuscisse ad individuare una figura istituzionalmente valida, darò la mia disponibilità per un mandato di presidenza a termine».

A poche settimane dall’assemblea generale di fine maggio, chiamata ad eleggere i 15 membri del Consiglio direttivo (all’interno del consiglio verrà poi scelto il presidente), Douglas Sivieri interviene sul tema della successione.

È un mandato di presidenza breve, soli tre anni, quello previsto dallo statuto di Apindustria. Per questo motivo forse la riconferma viene considerato un passaggio per certi versi naturale. Non per Sivieri, che si è sempre detto contrario al secondo mandato: «Non ho cambiato idea, per come abbiamo impostato oggi la nostra associazione tre anni sono sufficienti. Altri tre sarebbero decisamente troppi per una realtà veloce come Apindustria. Sono disponibile ad una sorta di tutoraggio, per un anno, un anno e mezzo».

Sono passati tre anni dalla sua nomina, come giudica questo mandato? «Per me è stata un’esperienza straordinaria: l’associazione è un ecosistema complesso che si può conoscere bene solo dall’interno. In questi anni siamo cresciuti molto e mi creda, cresceremo molto anche nel 2017. Apindustria si è strutturata, ha dato vita a nuovi servizi, ha cercato di essere più presente nel dibattito cittadino e nazionale per sostenere e dare voce alle istanze degli associati. Ma mi creda, c’è ancora molto da fare».

Quale giudizio sull’economia bresciana? «Ha dimostrato di saper volare molto in alto ed è fatta di imprenditori capaci e affezionati all’idea di successo».

Si poteva fare di più? «Forse, ma siamo una piccola provincia in mezzo alla globalizzazione. Per certi versi è mancata la velocità di adattamento al mondo digitale, ma questo non è un problema solo bresciano».

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