Economia

Si può fare: la Wood Beton rivoluziona il cantiere

Si può applicare, anche nel caso di ristrutturazione pesante, l'idea della prefabbricazione?
A Corte Franca, le pareti realizzate dalla Wood Beton - © www.giornaledibrescia.it
A Corte Franca, le pareti realizzate dalla Wood Beton - © www.giornaledibrescia.it
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La notizie è piccola solo in apparenza. Nei giorni scorsi a Timoline di Corte Franca, la Wood Beton di Iseo ha presentato un sistema a suo modo rivoluzionario per mettere in sicurezza energetica e sismica le abitazioni. È un cantiere dimostrativo: una palazzina di 5 appartamenti in via Roma a Timoline: uno dei prossimi giorni se avete occasione di passare fermatevi al civico 103, dite che avete letto della cosa sul Giornale di Brescia e fermatevi a curiosare. Occhio: non troverete un cantiere, solo una palazzina rifatta. Dall'apertura dei lavori (così avrebbe dovuto essere, voi andateci e fateci sapere) entro una settimana (cioè entro oggi) tutto doveva essere finito. 

Il sistema è stato ideato in Olanda e adesso si sta spargendo a macchia europea. Da noi è la Wood Beton di Iseo che l'ha preso in mano confermandosi quel che già aveva dimostrato con la prefabbricazione di decine di alberghi per la catena di Ikea, ovvero un campione della prefabbricazione in edilizia: idea ampiamente diffusa al Nord Europa, molto meno che da noi, dove e però, evidentemente, siamo bravi a realizzare per conto d'altri.

La domanda cui gli olandesi prima e Giovanni Spatti della Wood Beton poi si sono fatti è: possibile che non ci sia altro modo che dover tirar su ponteggi, fare arrivare pacchi di isolante, fare tutto sul cantiere, dover fare sloggiare per qualche mese gli abitanti, polveri, rumore, rischi connessi eccetera eccetera. Non c'è altro modo? Si può applicare, anche nel caso di ristrutturazione pesante, l'idea della prefabbricazione, si può fare qualcosa in fabbrica, portare moduli già pronti in cantiere risparmiando tempo (e quindi denaro) e a seguire evitando tutto il resto? Si può fare o no? Risposta: si può fare. E quindi prima attenta scannerizzazione dell'immobile in esterno, trasferimento del disegno in fabbrica, realizzazione di pannelli in legno e acciaio sempre in fabbrica, trasferimento del tutto sul cantiere e fissaggio. Una sorta di maxi moduli modello Lego.

Tutto facile? Forse no. Ma questa è una strada. In trent'anni (2050) dobbiamo rifare il nostro patrimonio immobiliare, noi italiani e l'intera Europa almeno per avere case meno energivore e sicure. Sono praterie immense che si aprono, mercati enormi, migliaia e migliaia (forse milioni) di posti di lavoro. È l'edilizia nuova, quella che recupera con efficienza senza mangiare terreno.

Intendo dire: è una cosa enorme quella che sta partendo, anche con la forma sperimentale, ma la strada è questa e noi lo sappiamo bene ma solo in pochi l'hanno praticata: industrializzare l'edilizia. Ma è da quarant'anni almeno che la sento ripetere: la crisi dell'edilizia la si risolve fuori dal cantiere, in fabbrica, industrializzando non già un prodotto, ma un processo. 
E quindi applausi e sostegno all'iniziativa di Wood Beton che dà corpo a questo sistema costruttivo (Rhinoceros Wall) grazie ad Ance, a Redo e Fondazione Housing Sociale che hanno lanciato in Italia sette progetti pilota. Uno di questi è, come detto, a Timoline di Corte Franca. Al 103 di via Roma ci faccio un salto anch'io. 

 

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