Servono esperti di futuro: «Venite nelle aziende»

«Abbiamo bisogno di esperti di futuro», ha quasi gridato Vincenzo Boccia, il presidente nazionale di Piccoli di Confindustria, invitato ai lavori dell'assemblea annuale dei bresciani e invitando a sua volta le banche «ad entrare nelle aziende per capire che domani hanno in testa le imprese» e quindi su questo - sul domani, non sul passato recente - decidere se aprire o chiudere i rubinetti.
Qualcosa è però chiesto di fare anche alle imprese. Per esempio di dire che futuro hanno in testa, di essere più chiare ed esplicite. Perchè i conti saranno quel che saranno, ma i progetti non possono star solo nella testa delle imprese: se si chiede liquidità mai come in questi mesi è d'obbligo aprirsi, dire su che cosa e con chi e con quali prospettive scommettono da qui in avanti.
Francesco Franceschetti, presidente del Comitato Piccola Impresa dell'Aib ha chiesto ad entrambi - a banche ed imprese - un passo avanti, «un dialogo franco ed immediato». E per non dar l'impressione che solo di intenti si tratta, ha annunciato ufficialmente l'avvio di uno sportello banche-imprese presso l'associazione, ovvero un posto (e un servizio) che Aib fa con la collaborazione della Finance Innovation, e nel quale viene meglio spiegato alle imprese che cosa le banche si attendono da loro in questo momento, nelle settimane prossime in vista della presentazione dei bilanci.
Non che tutto possa risolversi in chiave locale, non che tutto possa essere addossato alle banche locali. Un qualche intervento in sede nazionale è indispensabile, ha ricordato Gianfranco Tosini dell'ufficio studi dell'Aib. Ad esempio la proroga del cosiddetto «avviso comune», ovvero lo strumento (che ha avuto buoni riscontri) che consente alle imprese di dilazionare una serie di scadenze. Non solo. Per dare fiato alla ripresa servono nuove risorse, ha di nuovo insistito Vincenzo Boccia. Già, ma dove reperirle visto che abbiamo lo Stato quasi più indebitato del mondo? Boccia cita Ghandi: «Chi spreca, ruba agli altri» per dire, in altre parole, che «se si tagliano gli sprechi a tutte le latitudini si possono recuperare risorse necessarie a sostenere il domani».
Qualche segnale non negativo - ha detto Ambra Redaelli, presidente dei Piccoli lombardi - lo si registra. Nei primi tre mesi del 2010 solo l'8% delle imprese si è visto negare l'accesso al credito da banche grandi e piccole. È già qualcosa, è la strada che va perseguita.
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