Economia

Sensori per condomini: l'idea di una startup bresciana

Il progetto GP2 di un imprenditore e un ingegnere di Pian Camuno premiato dalla Regione ha lanciato una campagna crowdfunding su OpStart
I sensori collegati alla blockchain ideati dalla startup bresciana GP2 - © www.giornaledibrescia.it
I sensori collegati alla blockchain ideati dalla startup bresciana GP2 - © www.giornaledibrescia.it
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Ponti, strade, scuole e condomini, oltre che intelligenti, possono essere anche sensibili. Succede se li si dota di un sistema nervoso tanto periferico quanto centralizzato. In pratica, una costellazione di sensori che mandano messaggi di alert in caso di crisi e immagazzinano i dati relativi alla vita della struttura in un fortino inviolabile e immodificabile, la blockchain. Il tema è quello della sicurezza delle infrastrutture e ad affrontarlo sono le vocazioni - l’una ingegneristica, l’altra tecnologica - di Gianni Peluchetti e Paride Gregorini, che nel giugno 2019 danno vita alla startup innovativa GP2 (nessun acronimo misterioso, solo le iniziali, invertite, dei due nomi e cognomi dei fondatori).

Della società fanno parte, con capitale al 50%, la Sispa Quality un’organizzazione attiva nel settore della formazione continua, della consulenza tecnico-organizzativa e nel supporto e sviluppo di startup, e Peluchetti come ingegnere civile. «L’ispirazione - racconta Gregorini - è arrivata dopo la drammatica vicenda del ponte Morandi. In una situazione del genere ci vorranno decenni prima di verificare tutte le dinamiche che hanno portato al crollo della struttura e sarà molto difficile ottenere dati fedeli, perché nelle infrastrutture, finora, manca un sistema di monitoraggio dei dati che si possa archiviare in maniera inviolabile».

L’idea è appunto quella del fortino, anche se una simile soluzione potrebbe avere riflessi non solo civili ma anche politici ed economici: «Significa - precisa Gregorini - una totale trasparenza e presa di responsabilità da parte delle pubbliche amministrazioni». Le informazioni registrate non possono infatti essere cancellate né modificate e permettono quindi di valutare responsabilità e qualità dell’operato. «Ma anche di progettare nuovi edifici evitando errori critici, un sistema che vale tanto per le grandi opere quanto per edifici più piccoli ma altrettanto importanti, come le scuole». Ecco quindi le prime cinque tecnologie che potrebbero comporre il nuovo modello nell’ambito delle infrastrutture e dell’edilizia.

Ices (Infrastructural Control Electronic System) è un sensore per misurare lo stato delle infrastrutture e intercettare eventuali falle. A tale sistema, brevettato lo scorso luglio, si affianca ICESBM (Infrastructural Control Electronic System Bluetooth Mesh), che permette anche di individuare il punto in cui si manifesta il problema. Seguono poi BIS (Building Information System), che consente la massima tracciabilità dei materiali impiegati nella costruzione delle opere con le relative prove e collaudi, ICIS (Internal Cavity Inspection System), progettato per ispezionare opere cave (per esempio pile di ponti) dall’esterno, quindi senza mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori, e LIM (Linear Integrity Monitoring), per monitorare lo stato e la salute su grandi superfici quali barriere autostradali (new-jersey, guard-rail, ma anche fronti franosi estesi).

«Caratteristica fondamentale di queste tecnologie - spiega l’imprenditore Gregorini - è la loro scalabilità, cioè la possibilità di applicarle anche a infrastrutture modeste senza costi elevati. Tutti, non solo i grandi, meritano la sicurezza». Per ora 120mila euro sono arrivati con la partecipazione a bandi di regione Lombardia regionali e di Invitalia e recentemente è stata lanciata una campagna di crowdfunding sulla piattaforma OpStart: i fondi raccolti saranno impiegati per lo sviluppo e l’ingegnerizzazione dei sistemi e lo sviluppo commerciale.

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