Semestrale record per A2A: l'utile sale a 340 milioni

Una crescita a due cifre dei ricavi (4,06 miliardi, +27,6%) e del margine operativo lordo (690 milioni, +23,4%), addirittura a tre cifre dell’utile (340 milioni, +121%). Ma soprattutto l’impennata degli investimenti, saliti a 413 milioni con un incremento del 65%.
«I risultati dei primi sei mesi del 2021 sono eccellenti sotto ogni punto di vista e consolidano il trend positivo del primo trimestre». Così l’amministratore delegato di A2A, Renato Mazzoncini, commenta la semestrale, approvata dal Cda della multiutility. Numeri positivi favoriti dalla ripresa dei consumi energetici e dal rialzo delle tariffe, «che segnalano - aggiunge Mazzoncini - come la ripresa economica sia in atto: stiamo tornando ai livelli pre Covid».
La soddisfazione maggiore per l’ad riguarda gli investimenti. A2A ha chiuso i primi sei mesi con un aumento molto significativo degli investimenti rispetto allo stesso periodo del 2020, che pure era stato un anno record. L’obiettivo è superare il miliardo (partendo dai 600 milioni del 2019), secondo il piano industriale presentato a gennaio, che impegna la società ad investire 16 miliardi in dieci anni (2,4 nel territorio bresciano). La ragione viene ribadita dall’amministratore: «La decade che abbiamo di fronte è decisiva per la transizione ecologica, era necessario accelerare». A2A «sta costruendo la casa del futuro alla velocità giusta, più degli altri».
Mazzoncini mette anche in evidenza il rapporto fra gli investimenti e gli ammortamenti su anno: i primi sono il 150% rispetto ai secondi, «segno di un’azienda più forte e capace». A2A ha aperto cantieri per il recupero dell’energia (come al termovalorizzatore di Brescia) e della materia, il potenziamento delle reti di distribuzione, per migliorare le reti idriche e la depurazione (si pensi all’impianto della Valtrompia), la digitalizzazione del gruppo. Soddisfazione anche sui numeri dell’Ebitda. Le attese sono al rialzo: ad inizio anno l’asticella era a 1,2 miliardi, con il trend attuale si arriverà a 1,27-1,3 miliardi: «Un record nella storia di A2A», sottolinea Mazzoncini. Lo scenario favorevole ha aiutato. Dopo il crollo del 2020, i prezzi dei beni energetici hanno registrato un aumento generale, fino a raddoppiarsi. D’altra parte, anche la domanda è cresciuta. Questi due elementi aggiunti alle buone performance di tutte le componenti del gruppo e alle nuove acquisizioni hanno fatto aumentare i ricavi e il Mol.
L’utile è di 340 milioni, +121%. Un exploit dovuto per un terzo all’aumento dell’Ebitda (dunque organico) e per il resto (140 milioni) a un effetto fiscale. La parte ordinaria è di 202 milioni (+31%). Date le premesse, sottolinea Mazzoncini, «è difficile immaginare un dividendo straordinario basato su un effetto fiscale che non ha generato cassa». In ogni caso, «la politica dei dividendi non è di nostra competenza, tocca all’assemblea». Quanto alle operazione straordinarie (per esempio la prospettata NewCo con la francese Ardian), l’amministratore delegato conferma che A2A ha deciso di raggruppare in una nuova società e mettere in vendita le quote di minoranza detenute nelle reti gas in ambiti non strategici, escludendo però Brescia e Milano.
Infine, l’impegno di A2A verso la sostenibilità ambientale, dimostrato da due indicatori. Rispetto al primo semestre del 2020, i rifiuti recuperati come materia oppure energia sottratti alla discarica sono aumentati del 15%; la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è cresciuta del 16%. L’azienda ha anche accelerato il ricorso agli strumenti della finanza sostenibile. Altri passi decisi sulla strada imboccata della transizione ecologica. Renato Mazzoncini: «Non c’è tempo da perdere».
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