Economia

Segni di ripartenza, a Brescia in tre mesi nate 2.140 imprese

Resta positivo saldo (+110) con le aziende cessate. Bene il settore costruzioni che riporta un aumento di 219 imprese
Personale sul cantiere visiona un progetto - Foto © www.giornaledibrescia.it
Personale sul cantiere visiona un progetto - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Qualche timido, ma significativo, segnale di ripresa arriva. Il bilancio della nati-mortalità delle imprese bresciane nel primo trimestre 2021 si chiude, infatti, con un saldo positivo di 110 unità (più che doppia la variazione congiunturale rispetto all’ultimo trimestre 2020, quando erano state rilevate 51 unità).

Dall’analisi dei flussi della natalità emerge che nei mesi tra gennaio e marzo sono nate 2.140 nuove imprese, in aumento del 6,5% rispetto al primo trimestre del 2020, quando è esplosa l’emergenza sanitaria. Sul fronte delle uscite, continuano poi a diminuire le cessazioni, che sono in calo nel confronto col periodo gennaio-marzo 2020 del 21,6% (attestandosi a 2.030).

La prima trimestralità dell’anno presenta uno stock di 117.505 imprese registrate alla Cciaa di Brescia (erano 116.875 nel 2020), di cui 33.289 artigiane, con un aumento dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Dal raffronto territoriale appare evidente, inoltre, che il risultato bresciano è migliore del dato nazionale (+0,3%) e di quello regionale, che segna invece una leggera flessione nel numero delle imprese pari a -0,04%.

Complessivamente, il sistema Italia restituisce una fotografia di 6.075.510 imprese attive al 31 marzo 2021, di cui 949.525 in Lombardia e, come detto, oltre 117mila nel Bresciano.

Il report demografico delle aziende del territorio, aggiornato con dati Unioncamere-Infocamere, Movimprese, e reso noto come di consueto dal Servizio studi della Camera di Commercio, trasmette in sostanza un messaggio di buon auspicio, ovvero che l’iniziativa imprenditoriale comincia, anche se gradualmente, a riprendere slancio. Il comparto artigiano replica le stesse dinamiche dell’intero sistema imprenditoriale.

Guardando ai settori, il primo elemento che balza agli occhi è l'andamento del comparto delle costruzioni che, dopo anni di ristagnamento, riporta un aumento di 219 imprese, di cui 95 artigiane: segno che l’«iniezione» del Superbonus 110% comincia a dare i primi concreti frutti. Si confermano ancora un volta in crescita le attività scientifiche e tecniche (+297 imprese), i servizi di supporto alle imprese (+151) e i servizi di informazione e comunicazione (82), seguite di stretta misura dalle attività finanziarie e assicurative (81).

Fanno abbastanza bene le attività immobiliari (con un saldo di 36 imprese), il commercio all'ingrosso e al dettaglio (26), sanità e assistenza sociale (25).

I peggiori saldi negativi si registrano nell’agricoltura (-122), nelle attività manifatturiere (-104), nelle attività di alloggio e ristorazione (-30 unità). Il commercio risulta in aumento di 26 unità, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un trend positivo dovuto all’iscrizione di attività del commercio all’ingrosso.

 

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