Sconto in fattura e cessione del credito fanno la differenza

Delle agevolazioni del Superbonus 110% si può beneficiare nella forma «standard» di detrazione fiscale o, in alternativa, come cessione del credito o sconto in fattura. Previste dal decreto Rilancio e prorogate valgono anche per i bonus ristrutturazione e facciate e per l’installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.
In questi giorni si è molto parlato di cessione del credito, e delle nuove restrizioni imposte dal Governo. Ma cosa è la cessione del credito? Si tratta di un accordo con cui un creditore trasferisce il proprio diritto di credito a un soggetto terzo, che lo riscuoterà dal debitore. Nel caso del Superbonus a essere ceduto è il credito d’imposta. Destinatari della cessione possono essere appunto soggetti terzi, quali le banche e altri intermediari finanziari.
Chi può usufruire della cessione del credito? Chi ha i requisiti per accedere al Superbonus e agli altri bonus edilizi. E in caso di cessione alle banche come funziona? Se si decide di cedere il credito d’imposta alla banca si ottiene subito la liquidità per pagare l’impresa, o le imprese, che hanno eseguito i lavori, in cambio di una percentuale sul valore del credito.
La banca acquisisce l’agevolazione fiscale che spetta a chi ha ceduto il credito: potrà usarla in compensazione nel giro cinque o più anni, a seconda delle rate annuali stabilite per la detrazione «originaria».
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«L’acquisto del credito di imposta è un contratto di cessione condizionato che comporta un impegno reciproco da parte della banca ad acquistare e da parte del cliente a vendere il credito maturato ad un prezzo prefissato valido per tutta la durata lavori - spiega Paolo Melone, responsabile Coordinamento Marketing & Business Development Imprese di Intesa Sanpaolo -. Il processo permette la liquidazione dell’importo entro 5 giorni lavorativi dall’accettazione del credito nel cassetto fiscale di Intesa Sanpaolo con un listino prezzi che dipende dalla durata della detrazione».
Le banche alle quali ci si rivolge possono fungere da supporto nel percorso di cessione del credito, così come il fiscalista di fiducia, quale il commercialista o il Caf. «L’offerta del nostro gruppo per privati, condomini e imprese prevede la cessione del credito d’imposta alla banca a fine lavori o a stato di avanzamento - ricorda Melone - . A questo si aggiunge, facoltativo e senza costi, un supporto erogato con Deloitte al cliente nella raccolta - verifica della documentazione per il rilascio del visto di conformità o alla gestione del cassetto fiscale. In ultimo un finanziamento ponte per supportare le esigenze di liquidità del cliente nella fase di avvio ed esecuzione dei lavori».
Capienza fiscale e liquidità
La cessione del credito - così come lo sconto in fattura - viene incontro alle necessità di chi vorrebbe ristrutturare la propria casa ma non ha liquidità o capienza fiscale sufficiente. In caso di incapienza infatti nella dichiarazione dei redditi non si possono detrarre spese, ad esempio perché sono superiori all’Irpef lorda o perché l’imponibile è così basso da non essere tassabile. Pure se se si lavora con la partita Iva in regime forfettario e non si hanno altri redditi soggetti a Irpef, cessione del credito e sconto in fattura sono le uniche vie percorribili per beneficiare dei bonus edilizi per interventi su immobili residenziali.
Se si opta per la cessione del credito, la scelta va comunicata all’Agenzia Entrate ed è necessario ottenere sia le asseverazioni tecniche, sia il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione.
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