Economia

Sciopero in Iveco, via Volturno bloccata per protesta

I lavoratori chiedono il rispetto dell’accordo del 10 marzo sugli investimenti a Brescia
  • Sciopero all'Iveco
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La tensione, in Iveco, non va in vacanza. Questa mattina i lavoratori scioperano fino alle 12 mentre davanti ai cancelli di via Volturno, è in corso l'assemblea, con la presenza sia del primo cittadino di Brescia, Emilio Del Bono, che del presidente della Provincia, Samuele Alghisi, nonché di alcune delegazioni provenienti da altri stabilimenti del Gruppo. Gli operai, per protesta, si sono riversati lungo la strada bloccando il passaggio delle auto. 

Il nodo da sciogliere è sempre lo stesso. Vale a dire quello del rispetto, da parte di Cnh Industrial, dell'accordo siglato al Mise lo scorso 10 marzo, che come noto prevedeva 65 milioni di dollari di investimenti in cinque anni nonché uno sforzo importante sul fronte dei veicoli elettrici. Impegni rimessi in discussione dalla società lo scorso 24 giugno a causa del calo degli ordini registrato in conseguenza dell’emergenza provocata dal Coronavirus, e con effetti dirompenti per il sito Iveco della nostra città, in «bilico» insieme a quello di Lecce.

«Ad oggi non abbiamo avuto alcuna novità da parte di CnhI e siamo preoccupati» spiega Francesco Bertoli, leader della Camera del Lavoro, che proprio nella scorsa assemblea innanzi ai cancelli di via Fiume era tornato a sollecitare una presa di posizione forte da parte delle istituzioni, locali e non. Sindacati uniti.

Il medesimo concetto, del resto, spicca forte e chiaro anche nel comunicato nazionale diffuso in queste ultime ore da Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Uglm Metalmeccanici nel quale, alludendo proprio ai molti scioperi in scena nei vari stabilimenti del gruppo, si legge: «Il futuro di Cnh Industrial è decisivo non solo per gli oltre 17.000 lavoratori che vi lavorano (a Brescia sono circa 1600, ndr), per le numerose migliaia di colleghi dell’indotto, ma per i territori in cui sono allocate le sue numerose fabbriche e i suoi numerosi centri ricerca dal nord al sud dell’Italia. All'azienda chiediamo il rispetto del piano industriale concordato pochi mesi or sono e diciamo che non accetteremo mai decisioni che mettessero sul lastrico migliaia di lavoratori. Al Governo rivolgiamo l’esortazione a convocare le parti e a predisporre gli strumenti utili a scongiurare potenziali decisioni di chiusura, nonché a fronteggiare la concorrenza delle altre nazioni che incentivano gli investimenti sui settori strategici del Paese».

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