Economia

Remodule dà una nuova vita alle batterie delle automobili

La startup che conta anche tre giovani bresciani riutilizza le «celle» come accumulatori di energia
In alto, da sinistra: Mostarda e Franceschetti. In basso: Andreacchio e Stighezza
In alto, da sinistra: Mostarda e Franceschetti. In basso: Andreacchio e Stighezza
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Per creare qualcosa di nuovo spesso bisogna solo dare un’altra chance a ciò che è vecchio. Un concetto che sta alla base dell’economia circolare e che sei studenti universitari, tre dei quali bresciani, hanno trasformato in un’opportunità di business.

L’idea di startup Remodule, «idea perché ancora non ci siamo costituiti ufficialmente come società», spiega il 24enne Marco Mostarda, muove dalla volontà di riutilizzare le celle dismesse dei pacchi batteria delle automobili elettriche, per fornire loro una nuova destinazione come accumulatori fermi a terra (per immagazzinare l’energia prodotta da impianti fotovoltaici per esempio) e ridurre di conseguenza il loro smaltimento. 

«Ciò non solo permette di abbattere le emissioni nell’atmosfera, sia durante la fase di produzione delle celle che durante lo smaltimento - spiega Mostarda, uno dei tre bresciani, gli altri due sono Michele Franceschetti e Lorenzo Tapini, del team completato da Antonio Andreacchio, Luca Dallara e Mattia Stighezza -, ma risulta essere anche vantaggioso economicamente per tutta la filiera automotive, soprattutto per le case produttrici. In Italia infatti prezzo di smaltimento delle celle si aggira sui 3-4 euro al chilo».

Nello specifico Remodule testa una ad una le celle di motori elettrici ed ibridi, per poi certificarle e rivendere ad un prezzo vantaggioso: la destinazione finale è il loro utilizzo come accumulatori. E l’idea dei sei ragazzi, tutti di età compresa tra i 24 e i 25 anni e nata a marzo 2019 in seno al progetto Training for automotive companies creation dell’università di Modena e Reggio Emilia, ha già riscosso notevole successo.

A Remodule infatti è stato recentemente assegnato il Premio speciale Repower per l’Innovazione, conferito nell’ambito del Premio Gaetano Marzotto 2020. «Siamo onorati di ricevere questo riconoscimento, un premio al grande lavoro svolto in questi anni che ci darà la possibilità, grazie al supporto di un gruppo come Repower, di affinare ulteriormente il progetto ed entrare nel mercato con una consapevolezza e una sicurezza maggiori - commenta Franceschetti -. Siamo un gruppo di ragazzi con lo sguardo rivolto verso le soluzioni di domani e lavriamo sui concetti di sostenibilità, innovazione e sviluppo».

Perché la mentorship del valore di 50mila euro messe a disposizione da Repower può servire proprio per fare il grande salto: entrare nel mercato. «Attualmente siamo in una fase intensa di ricerca e sviluppo, tecnologica ma anche di business - spiega Mostarda -. Il desiderio è quello di strutturarci al più presto come startup e attrarre investitori».

Un sogno che potrebbe presto diventare realtà vista la natura realmente innovativa e sostenibile del progetto, che con il riutilizzo delle celle e l’abbattimento dell'impatto dello smaltimento spinge ad una sempre maggior diffusione dei veicoli elettrici, strizzando al contempo l’occhio all’economia circolare.

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