Economia

Raggiungere gli obiettivi aziendali giocando con i Lego

La tecnica Lego Serious Play si fa sempre più strada nelle aziende, comprese quelle bresciane
Lego Serious Play è un sistema certificato
Lego Serious Play è un sistema certificato
AA

Non c'è nulla di più serio del gioco, anche per un’azienda. È ormai uso comune per molte società organizzare e favorire momenti di incontro e dialogo tra i diversi collaboratori, al fine di favorire lo sviluppo di idee e cercare di superare i problemi. Anche attraverso i celebri mattoncini Lego. A cavallo tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo è stato sviluppato un metodo per individuare gli obiettivi aziendali e determinare una migliore strategia organizzativa, che proprio nell’azienda danese fu sperimentato per la prima volta facendole superare la crisi dettata dall’avvento dei videogiochi.

A Villa Carcina, il team Wilden durante il Lego SeriousPlay
A Villa Carcina, il team Wilden durante il Lego SeriousPlay

«Il Lego SeriousPlay si basa sulle neuroscienze e ha il preciso obiettivo di far emergere ciò che normalmente rimane sottotraccia - spiega Alfredo Rabaiotti, amministratore unico della Becom e facilitatore certificato Lego SeriousPlay -. Attraverso il metodo si mettono in gioco meccanismi inconsci e si permette ai membri di un team di esprimere le loro idee».

In poche parole si trasferisce in un modello tridimensionale l’idea che si ha dell’azienda «alla ricerca di quello che viene chiamato il "lonely guy" - sottolinea Rabaiotti -, cioè quel soggetto che spesso rimane in silenzio e nascosto ma che può apportare un cambiamento aziendale».

Questo è quanto successo alla Wilden Italy srl di Villa Carcina, che sviluppa e produce sistemi innovativi in plastica per l’industria, dove alla sessione di Lego SeriousPlay hanno partecipato il direttore di stabilimento, l’ufficio qualità e il reparto produttivo. «Ognuno ha portato il proprio punto di vista - afferma Rabaiotti -, creando davvero mattoncino dopo mattoncino una visione condivisa. Sono emerse idee davvero rivoluzionare, da collaboratori in qualche modo insospettabile».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia