Economia

Protesti, a Brescia sempre in calo dal 2010

Nei primi nove mesi dell’anno il trend negativo (unica eccezione nel 2012) conferma Brescia provincia virtuosa
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Il costante calo dei protesti nel Bresciano, seppur letto alla luce del sempre minor ricorso allo strumento delle cambiali, è il segnale di un’economia più solida. Nei primi nove mesi di quest’anno gli insoluti, accertati tramite atto pubblico da un pubblico ufficiale, sono diminuiti sia in termini di valore (9,8 milioni di euro, -33,9% rispetto allo stesso periodo del 2016) sia come numero totale (4.878, -19,6%).

A dirlo è il Servizio studi della Camera di Commercio di Brescia che dal 2010 ad oggi ha rilevato un costante trend di decrescita, con un’unica interruzione nel 2012. Nel giro di sette anni il monte complessivo dei protesti levati è diminuito di 56,9 milioni di euro (-85,3% in meno, era 66,7 milioni nel 2010), mentre il numero degli effetti si è ridotto del 71,6% (erano 17.187). In forte diminuzione anche il valore medio per titolo, passato dai 3.877 euro del 2010 ai 2mila del 2017.

Entrando nel dettaglio del rapporto relativo a gennaio-settembre 2017 si nota come il 68,7% dell’importo dei protesti sia derivato da cambiali mentre gli assegni hanno inciso per il 29,6%. Nei primi nove mesi sono state firmate 4.244 cambiali contro le 5.196 dello scorso anno, per un totale complessivo di 6,7 milioni di euro (10,3 milioni nel medesimo periodo del 2016). Il valore medio per titolo si è attestato intorno ai 1.600 euro (era di circa 2mila euro). Andamento simile per quanto riguarda gli assegni, in diminuzione sia in termini d’importo (da 3,9 milioni del 2019 a 2,9 milioni) sia numerici (da 574 a 543).

A livello regionale si conferma il fenomeno di decrescita del Bresciano, con lo scenario nazionale che invece differisce da zona a zona. A fine settembre le province italiane con più alto valore di protesti, anche in virtù della loro dimensione, sono state quelle di Roma (113,2 milioni), Milano (73,9 mln) e Napoli (49,4 mln). Brescia occupa il tredicesimo posto, con La Spezia territorio più virtuoso (151mila euro) insieme a Belluno (230mila euro). Nella graduatoria per importo medio dei titoli la provincia di Brescia si è confermata in decima posizione (circa 2mila euro), con i territori di Frosinone (2.300 euro), Rovigo (2.300 euro), e Fermo (2.220 euro) ai primi tre gradini.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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