Economia

Prandini sul caseificio Cissva: «Pressioni ed intimidazioni ostacolano il piano di rilancio»

Il presidente di Coldiretti attacca parte della politica: «La valle avrebbe invece bisogno di segnali di unità»
Il presidente Ettore Prandini sul palco del convegno di ieri a Lonato del Garda - © www.giornaledibrescia.it
Il presidente Ettore Prandini sul palco del convegno di ieri a Lonato del Garda - © www.giornaledibrescia.it
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«Una parte della Valcamonica manda segnali di intimidazione alla Coldiretti per il ruolo strategico che ha avuto nel rilancio economico di Cissva. A questi signori diciamo che non abbiamo e non avremo paura. Siamo pronti a denunciare i comportamenti che poco hanno a che fare con la cultura della legalità bresciana».

È la denuncia lanciata dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, nel corso il convegno organizzato durante la Fiera di Lonato dal titolo «L’agroalimentare lombardo: tra tutele, opportunità e minacce» davanti ad una folta platea di agricoltori e ad autorità e relatori tra i quali: Francesco Maceroni comandante provinciale della Guardia di Finanza, Daniel Melis Comandante dei Carabinieri per la tutela agroalimentare e del Prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà.

Il caso

La cooperativa Cissva di Capo di Ponte - Caseificio Sociale di Vallecamonica e del Sebino – dopo alcuni anni di forte difficoltà economica è stata messa in sicurezza salvaguardando lavoratori, produzione delle aziende conferenti il latte e un marchio storico che tutela un prodotto unico, come la formaggella Rosa Camuna, grazie ad una operazione di sistema che ha visto Coldiretti in prima fila. Purtroppo non tutti sembrano esserne soddisfatti, c’è quindi una minoranza - spiega Prandini - che probabilmente vorrebbe impossessarsi del solo marchio e dirottare finanziamenti pubblici per avviare un nuovo caseificio e svuotare Cissva che è sempre stata il punto di riferimento per la produzione lattiero-casearia della valle.

«Oggi Cissva opera in linea con il business plan approvato dall’assemblea dei soci. Finché avremo il sostegno della base associativa - ha spiegato Ettore Prandini presidente di Coldiretti - non temiamo niente e nessuno. Soprattutto chi minaccia e vuole creare spaccature e problemi invece che risolverli e tutelare gli interessi dei produttori di latte che stando con Cissva hanno un potenziale di rilancio altissimo». Anche perché la base associativa è tornata compatta, con la presidenza di Paola Pezzotti, e sta continuando a valorizzare una realtà strategica per la Valcamonica e a maggior ragione in questi mesi di criticità dovute all’aumento esponenziale dei costi di produzione.

L’attacco alla politica

Prandini se la prende con alcuni rappresentanti della politica camuna e di parte delle istituzioni che invece di sostenere una realtà economica storica della valle, come Cissva, continuano a non gradire un percorso difficile, ma ormai avviato. «Appare a dir poco strano per i soci e i produttori della Val Camonica che un ente pubblico finanzi un caseificio privato per far concorrenza a una cooperativa con soldi pubblici creando distorsioni di mercato e concorrenza in una valle che invece avrebbe bisogno di unità».

Storicamente Cissva lavorava mediamente sui 10 milioni di litri di latte all’anno destinati per la stragrande maggioranza in Rosa Camuna vero core business della cooperativa. Fin da subito una parte della politica e delle istituzioni locali hanno agevolato questo percorso e oggi, dalle parole del presidente nazionale di Coldiretti, sembra che il fuoco per la verità mai sopito di una parte che non aveva lasciato piena autonomia decisionale ai soci, si è fatta avanti con segnali di minaccia fuori dalle righe.

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