Economia

Prandini: «Sia un italiano il commissario all'agricoltura»

Confronto con Rolfi sul futuro del comparto. L’assemblea ha approvato il bilancio all’unanimità
Il Parlamento europeo di Bruxelles - © www.giornaledibrescia.it
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Ettore Prandini l’assemblea di Coldiretti forse avrebbe dovuto convocarla prima delle elezioni perchè ieri - ancora una volta - è emerso come il rinnovo del parlamento europeo conti eccome, soprattutto in quell’Europa tecnocratica dove, se non conosci la materia, sono gli altri a decidere per te. Ed allora non ci si deve lamentare se dall’estero arriva latte imbevibile, se la carne è quella che è, se in Germania vendono il «gianfrusco» al posto del lambrusco, il parmesan al posto del parmigiano e via di questo passo. L’agricoltura chiede allora alla politica sempre maggiori competenze e conoscenze, altrimenti i rischi di disastri crescono.

Prendiamo la xilella: se il problema fosse stato affrontato correttamente nel 2013, gli olivicoltori pugliesi se la sarebbero cavata con poche decine di piante da sacrificare; oggi sono a rischio ventimila piante su un’area di 750mila ettari. E’ uno dei tanti esempi che il presidente di Coldiretti ha presentato ieri senza giri di parole. «L’Italia è il paese più virtuoso - ha ricordato - ma questo difficilmente ci viene riconosciuto. Faccio un esempio. Un viaggio di un aereo dall’Italia a Bruxelles inquina più di un capo in tutta la sua vita».

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti - © www.giornaledibrescia.it
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti - © www.giornaledibrescia.it

La non rappresentatività a Bruxelles. «E’ dal 1972 che non abbiamo un commissario all’agricoltura: questa volta lo chiediamo». Le infrastrutture. Sul mercato non è più il pesce grosso che magia il pesce piccolo, ma quello veloce che sorpassa quello lento «occorre allora disporre di infrastrutture moderne ed efficienti» con riferimento all’Alta Velocità ed alla Spagna «che oggi produce otto volte la quantità di olio italiano ed esporta 13 miliardi di prodotti ortofrutticoli contro i cinque italiani».

 

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