Economia

Pomodori pelati per combattere il caporalato

In vendita le scatole di pomodori pelati prodotti dai migranti di «Casa Sankara»: si tratta di persone fuggite dai ghetti
Pomodori pelati
Pomodori pelati
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Il riscatto passa anche attraverso una scatola di pomodori pelati «perché così si combatte il caporalato». È il caso della nuova etichetta «Riaccolto, la Terra della Libertà» prodotto da giovani migranti di «Casa Sankara» da oggi negli oltre 360 supermercati e ipercoop di Coop Alleanza 3.0 di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia (nelle provincie di Brescia e Mantova) Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia. 

Per Mbaye Ndiaye di Casa Sankara che produce i pomodori pelati «è l'unico modo di lottare contro il caporalato». L'Associazione Ghetto - Out Casa Sankara, start up nata 4 anni fa nel Foggiano con il suo prodotto da filiera etica, racconta una storia di riscatto

«L'associazione - si legge una nota - gestisce uno spazio progettato quale alternativa alle condizioni disumane dei ghetti; nell'azienda agricola, con circa 14 ettari di terreno e una vecchia rimessa di proprietà della Regione Puglia, i giovani migranti fuggiti dal ghetto e costituiti in associazione lavorano la terra in autonomia e abitano con le loro famiglie. Qui è nato il progetto di produzione di pomodori e, con la collaborazione di Conserva Italia, la trasformazione in confezioni di pelati da 400 grammmmi».

 

 

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