Politica e tecnologia, le nuove sfide della manifattura

La debolezza della congiuntura industriale, l’instabilità geo-politica, la continua ricalibrazione del «Green Deal» europeo e l’avvento di una tecnologia sempre più impattante nei processi produttivi, hanno reso i mercati nazionale e internazionale molto incerti, molto instabili, e difficili da approcciare.
Difficoltà
A peggiorare le cose nelle ultime settimane sono arrivati i dazi degli Stati Uniti, che, come sottolineato nei giorni scorsi dal professor Achille Fornasini durante la 46esima edizione di Scenari e tendenze svolta nella sede di Confindustria Brescia «si muovono al rialzo o al ribasso in funzione delle contromisure adottate dal Paese che li subisce». Fornasini ha evidenziato come ne stia «derivando una situazione letale per i mercati, storicamente avversi all’incertezza, costretti a confrontarsi con l’imprevedibilità degli eventi e degli annunci da parte dei capi di Stato».
Nonostante la sua tradizionale solidità anche la manifattura bresciana infatti ne sta risentendo. «Gli ultimi dati dell’Ufficio studi di Confindustria – commentati da Davide Fedreghini – dicono che il 2024 si è concluso con un quarto trimestre in ribasso e con una perdita complessiva dell’1,3%. Il dato negativo è il settimo consecutivo, visto che l’ultimo segno "più" si è registrato nel primo trimestre 2023». Come emerso dall’indagine confindustriale sui suoi associati, a limitare maggiormente il made in Brescia sarebbe stata e continuerebbe a essere la «carenza di domanda» (per il 49% delle imprese), sia interna che esterna, seguita dalla scarsità di manodopera (5%).
I più colpiti
La difficile condizione accomuna tutto il manifatturiero ma a soffrire di più è la metalmeccanica, con la metallurgia in ribasso mediamente dell’8% e la meccanica del 2%. Come ricordato ancora da Fornasini, «proprio metallurgia e siderurgia, spine dorsali della produzione bresciana, dovranno confrontarsi a breve con un nuovo periodo di turbolenze, innescate dai dazi sulle esportazioni di acciaio e metalli negli Stati Uniti, destinati a rendere il mercato americano meno accessibile intensificando la competizione sugli altri mercati internazionali. È quindi probabile che i prezzi dei siderurgici in Europa si troveranno a riflettere una forte concorrenza estera, stabilizzandosi o tendendo al ribasso».
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