Per Reas Montichiari alleata di Hannover

Il nano e il gigante. Qualcuno alzerà il sopracciglio alla notizia dell'accordo fra la fiera di Montichiari e la Hannover Messe, ossia quello che è il gigante tedesco delle fiere, leader europeo, colosso mondiale in termini di dipendenti diretti (850) ma soprattutto per numero di metri quadri espositivi in Germania e numero di fiere e rassegne promosse ed organizzate nel mondo (una quarantina: dall'Australia, alla Russia, Cina, Brasile eccetera).
Hannover Messe arriva, per l'appunto, anche a Montichiari. Non lo fa in forma diretta, non c'è acquisto di azioni né ipotesi di organizzazione diretta di manifestazioni. C'è - però - l'inizio di una collaborazione, una alleanza italo-tedesca nella Reas, la rassegna dell'emergenza che apre a Montichiari il 5-6-7 ottobre, ma che dall'edizione 2013 avrà, per l'appunto, anche un sigillo tedesco.
L'accordo è stato presentato dal direttore della fiera di Montichiari, Ezio Zorzi, e dal direttore generale della fiera di Hannover in Italia, Andreas Zuge. Ma perché la maggior fiera d'Europa viene a Montichiari e perché mai Montichiari decide di siglare un accordo con un colosso100 volte più grande?
Sono - come si conviene in un affare - due convenienze che si incontrano.
I tedeschi hanno in scuderia la maggior fiera di settore a livello mondiale (la Interschutz) che viene organizzata ogni 5 anni. E, dal loro punto di vista, avere rapporti con piccole realtà europee attive nello stesso ambito può costituire un elemento di richiamo per l'appuntamento quinquennale. Ma c'è altro. Poiché di affari si tratta, l'industria tedesca del settore ha ovvii motivi per crescere di più all'estero. Avere una fiera di settore co-promossa dalla Hannover Messe è, per loro industriali, una garanzia di qualità aggiuntiva. E poiché, da quanto capito, Hannover Messe è una sorta di emanazione della struttura industriale tedesca, ecco una delle ragioni che stanno alla base dell'intesa: vanno più volentieri all'estero se la fiera è co-promossa dalla Hannover.
Montichiari, da parte sua, è terminale a sua volta di un territorio industrialmente forte e con una accentuata «vocazione» alla sicurezza pubblica (si pensi solo, ad esempio, al mondo del volontariato e protezione civile) ed ha, a sua volta, interesse a far conoscere oltreconfine il marchio della sua Reas. Due convenienze che si incontrano, per l'appunto.
La presentazione dell'intesa ha però insegnato un metodo di lavoro che spiega il come e il perché la Germania sia, per l'appunto, la Germania. In qualche modo sorprende «scoprire» di come le grandi strutture fieristiche tedesche siano intimamente legate all'apparato industriale tedesco. Loro sono, ha detto Andreas Zuge, una sorta di longa manus della loro industria, con - come detto - questa funzione aggiuntiva: fare non più e solo fiere in Germania ma andare fuori a esportare un modello di gestione fieristico e quindi a trainare il made in Germany.
È vero, non è solo la Hannover che opera così. Anche Fiera Milano e Verona hanno accordi di collaborazione, ma anche pacchetti azionari, in fiere extraItalia. Qui, nel caso specifico, c'è la teutonica capacità di visione del futuro e organizzativa. Un esempio? Per la prossima Reas (4-6 ottobre 2013) hanno già stabilito chi presenzierà a Montichiari e quali temi convegnistici intendono affrontare.
Gianni Bonfadini
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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