Economia

Parchi divertimento «made in Brescia» per la quotata Dedem

Il gruppo romano, inventore delle cabine per le fototessere, ha acquisito la Wappy fondata dalla Cds di Erbusco (Danesi) con la milanese Gfr (Ronchi)
Uno scorcio del parco divertimenti Wappy
Uno scorcio del parco divertimenti Wappy
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All’inizio degli anni Novanta non esistevano gli smartphone e tantomeno si scattavano selfie. Chi necessitava di un autoritratto sapeva però che negli angoli più frequentati della città, spesso erano disponibili speciali cabine dove bastava entrarci, mettersi in posa e al costo di poche lire si aveva a disposizione in un batter d’occhio una striscia di fototessere che ti immortalavano a mezzo busto.

Una storica macchinetta per le fototessere realizzata da Dedem
Una storica macchinetta per le fototessere realizzata da Dedem

L’inventore di queste macchinette ante litteram dei selfie è il gruppo Dedem di Roma, che dopo lo sbarco in Borsa, avvenuto alla fine di luglio, ha deciso di investire in una società di intrattenimento nata a Brescia. Il suo nome è «Wappy» e rappresenta un nuovo modello di business concepito dalla Cds Holding di Erbusco (gruppo presieduto da Enzo Danesi e operativo nel comparto immobiliare) e la Gfr Holding di Milano (realtà che fa capo al bresciano Gianfranco Ronchi e attiva in diversi settori, dalle costruzioni all’energia). «Queste acquisizioni – ha ammesso il Ceo di Dedem, Alberto Rizzi – rappresentano un tassello strategico per il nostro gruppo: ci permettono di presidiare l’intero target del divertimento per famiglie, dai più piccoli ai più grandi, offrendo ai centri commerciali format distintivi, scalabili e ad alto valore esperenziale». L’operazione, evidentemente, è stata realizzata anche grazie all’impiego dei capitali raccolti dalla società romana con l’Ipo.

Lo scenario

Oggi Wappy è l’insegna che contraddistingue tre originali parchi divertimento già aperti in altrettanti centri commerciali italiani (Livorno, Paderno Dugnano e Siracusa): questi nuovi luoghi ludici racchiudono in grandi spazi colorati giochi tradizionali e proposte innovative. «Il nome Wappy nasce dall’unione di due parole, wow + happy – enfatizza il sito internet –: un’esclamazione di felicità dedicata a tutti coloro che scoprono questa nuova dimensione del gioco».

Con un volume d’affari di oltre 110 milioni di euro, 500 dipendenti a libro paga, 500 aree gioco già in portafoglio, una fitta rete di «kiddie rides» (giostre, ndr) a cui vanno aggiunte 3.600 cabine per fototessera installate in Italia e altre 2mila all’estero, con l’acquisizione di Wappy il gruppo Dedem si pone l’obiettivo di ampliare ulteriormente la sua offerta nel settore dell’intrattenimento. «Un tempismo perfetto: da un lato la quotazione, dall’altro un investimento ambizioso in un brand che promette di diventare il punto di riferimento per il divertimento del futuro», riconoscono dal quartier generale di Ariccia, nella Capitale.

Il progetto

L’ingresso di Dedem nel capitale di Wappy apre in effetti scenari di forte crescita per la società bresciana che non nasconde l’ambizione di trasformarsi in una catena di respiro internazionale.

Sono passati più di sessanta anni da quando nella Galleria Alberto Sordi di Roma è comparsa la prima Cabina per fototessere di Dedem: «Una storia che è tuttora una fotografia sulla società, dove il racconto non termina perché nuovi capitoli sono ancora da scrivere» e la bresciana Wappy ne farà sicuramente parte.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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