Offerta a sorpresa dei Ghidini: 33 milioni per la Stefana

Giorno dopo giorno prende forma il piano per il possibile salvataggio del gruppo siderurgico Stefana, 640 addetti, 4 stabilimenti (Ospitaletto, due a Nave e Montirone). La sorpresa è l'intervento della famiglia Ghidini cui fa capo la maggioranza del Gruppo che ha avviato la richiesta di essere ammesso al concordato preventivo in continuità aziendale dopo che la "vecchia" Stefana verrà messa in liquidazione avendo sulle spalle debiti per 360 milioni di euro (125 milioni dalle banche).

I Ghidini hanno presentato una proposta al giudice dichiarandosi disponibili a versare 33 milioni e ad assumere 350 addetti per i complessi aziendali di Ospitaletto e di Nave in via Roma (l'ex Trafilati Nave). Per gli altri due stabilimenti, indiscrezioni accreditate e riportate dal Giornale di Brescia segnalano interessi da parte di Duferco-Duferdofin di san Zeno Naviglio (per Nave, via Bologna) mentre per Montirone ci sarebbero solo alcuni approcci, in particolare (ma non solo) con Alfa Acciai.

Nel complesso, sulla scorta delle prime stime, il concordato potrebbe recuperare nuove risorse per 50-55 milioni (33 dei quali, come detto, dalla famiglia Ghidini). Il giudice esaminerà la proposta nei prossimi giorni e settimana, entro fine maggio è ragionevole attendersi la convocazione dell'assemblea dei creditori. Un banchiere, che chiede l'anonimato, ieri si è detto "più che perplesso" della proposta se verrà confermata in questi termini: in pratica - dice - i Ghidini con 33 milioni si riprendono la parte migliore del Gruppo impegnandosi per il 10% dei debiti accumulati dalla loro gestione. 

Ma non è detto sia così. Se il giudice prima e l'assemblea dei creditori poi daranno via libera alla proposta di concordato, si aprirà una sorta di asta che partirà dai 33 milioni messi sul tavolo dai Ghidini. Ma per arrivare all'asta bisognerà attendere l'estate.