Economia

Nuova fusione per Cassa Padana: matrimonio con Banca Veneta

A poco più di un anno di distanza dal matrimonio tra Cassa Padana e Bcc Camuna, l'istituto di credito cooperativo di Leno è protagonista di una nuova fusione. Il Consiglio di amministrazione della banca nei giorni scorsi ha dato il via libera al progetto di fusione con Banca Veneta 1896.
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A poco più di un anno di distanza dal matrimonio tra Cassa Padana e Bcc Camuna, l'istituto di credito cooperativo di Leno è protagonista di una nuova fusione. Il Consiglio di amministrazione della banca presieduta da Vittorio Biemmi e guidata da Luigi Pettinati nei giorni scorsi ha dato il via libera al progetto di fusione con Banca Veneta 1896, che ha sede a Legnago, in provincia di Verona.

Il piano industriale dell'operazione è stato già inviato alla Banca d'Italia, il responso è atteso dopo l'estate; quindi saranno le assemblee dei due istituti a dover dare il loro benestare alla fusione che avverrà. Una fusione che coniuga economie di scala ed efficienza cercando di lasciare inalterate le sensibilità locali.

Banca Veneta 1896 (ex Bcc Basso Veronese) è presente con 12 sportelli in tre province (8 in provincia di Verona, 3 in provincia di Rovigo e 3 in provincia di Ferrara) ed occupa 84 addetti. Una banca sana e cresciuta molto negli ultimi anni: lo dimostrano i dati di bilancio approvati nelle scorse settimane che mostrano una raccolta diretta in aumento del 13% a quota 323 milioni, quella indiretta del 14% a 109 mln. In salita anche gli impieghi, cresciuti del 21% a 330 milioni. In leggera crescita anche il patrimonio a 33 milioni. L'ultimo esercizio si è chiuso con un utile in calo: 64mila euro rispetto agli oltre 500mila del 2009.

Nel 2010 Banca Veneta ha infatti avviato la propria operatività nella sede staccata di Ferrara e nella nuova filiale di Bovolone (dopo aver aperto nel 2009 a Rovigo), la compagine sociale è cresciuta di 484 unità, passando dai 2.027 soci di fine 2009 ai 2.511 soci del 31 dicembre scorso e sostanzialmente raddoppiati in poco più di tre anni.
Con questa nuova fusione, Cassa Padana porterebbe da 49 a 61 il numero delle proprie filiali e diventerebbe la prima banca di credito cooperativo lombarda, seconda in Italia dopo Roma, per numero di sportelli. Un piccolo colosso del credito cooperativo con 1.304 milioni di impieghi, una raccolta di 1.414 milioni, un patrimonio di vigilanza si assesta sui 206 milioni di euro. Inoltre 336 dipendenti e 52.200 clienti sparsi in sette province (Brescia, Bergamo, Cremona, Mantova, Parma, Reggio Emilia, Verona).

Ora si attende il via libera della Banca d'Italia, ma non dovrebbero esserci intoppi: la fusione tra le due Bcc gode anche del requisito della continuità territoriale, visto che Cassa padana possiede una filiale anche a Verona. La decisione ultima spetterà ai soci delle due assemblee straordinarie che potrebbero essere convocate prima della fine dell'anno.

Roberto Ragazzi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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