Nella serra solare la fabbrica dei funghi

La fabbrica dei funghi è ormai pronta. Tempo due settimane e dal vicentino arriveranno le prime "balle", sorta di cubi da 20 chili con 80 centimetri di lato che, dentro, hanno già seminato il fungo. Per tre settimane queste balle inseminate se ne staranno a 29-30° prima di veder spuntare i primi funghi; a quel punto occorrerà portare la temperatura a 18-20° fino a raccolto ultimato.
E così sarà ogni 40 giorni per tre raccolti; dopo, le balle andranno cambiate. Un via vai di cubi inseminati (più di mille tonnellate l'anno) che daranno - a regime e per anno - 280mila chili di funghi nelle due "versioni": pleurotus e pioppino.
Michele Bonetti è l'ideatore della più grande serra fotovoltaica ad oggi installata in provincia: 4.800 metri quadri di pannelli, 3 milioni di investimento. Ma oggi si fa festa. A Verola, come in tutta la Bassa, c'è un sole da primavera che avanza a passo di leone: «Ad occhio e croce mi sa che a mezzogiorno saremo sui 500 kw di produzione. Se dura fino a sera così fanno 1.700 euro di fatturato». Manco a dirlo è durato così fino a sera. Perché qui, in questa serra, gli affari si fanno sotto il tetto, ma, soprattutto, sopra il tetto: è il bello del fotovoltaico, un boom che Michele Bonetti e soci stanno cavalcando con una specializzazione che si sono conquistata sul campo: quella delle serre.
Il vantaggio è l'essere integrati
La storia va raccontata. Bonetti Michele e la sua BM fanno impianti elettrici: sono nati così e così continuano a fare. Ma, un quattro anni fa, la lampadina si accese a sentir parlare di fotovoltaico. Ci si ragiona, ci si pensa, poi la trovata: visto che i contributi alla installazione di pannelli fotovoltaici sono più alti se sono "integrati" in una struttura (e non semplicemente appoggiati sopra i tetti, come quasi tutti) arriva l'idea a suo modo semplice: fare un tetto per una serra interamente con pannelli. Restava da completare il progetto industriale: cosa mettere sotto quel tetto? Qui viene in aiuto la moglie del Bonetti - la signora Sandra Pelucco che viene da una famiglia di agricoltori -. Anche qui ci si ragiona, si va a vedere un po' in giro e alla fine si decide: funghi. Questo due anni fa circa. Si va da una grande banca, ma - ahi loro - Bonetti & Soci si scontrano con la stretta al credito. «È stata una fortuna. Passa qualche tempo e presentiamo il tutto alla Bcc di Verolavecchia che appoggia il progetto e, visto che nel frattempo i tassi si sono abbassati e i prezzi dei pannelli anche, ci costa meno di quanto inizialmente previsto».
Se siete elettricisti qui c'è lavoro
Il vantaggio del progettare una serra - dice Bonetti, che nell'impresa è in società anche con il cremonese Luigi Spedini - «è che abbiamo maturato tanta di quella esperienza che oggi, detto con franchezza, non sappiamo star dietro al lavoro». Il Gruppo ha ormai lavori nel Pavese (serra da 3 Mw, tre volte la potenza di quella verolese), nel Mantovano e Cremonese per impianti da 6 Mw complessivi. Se siete elettricisti qui c'è lavoro, fanno sapere da Verola.
Il fatturato sta crescendo in maniera esponenziale. Per il 2010 - stima un Bonetti un po' preoccupato per la cifra che va a dire - noi lo pensiamo in circa 25 milioni di euro, che potrebbero anche diventare 30. Dipenderà - dice lui - dai nuovi incentivi alla installazione di pannelli fotovoltaici che adesso sono in via di esaurimento.
Lei cita il caso della serra come una fonte di know how, significa che continuerete su questa strada? «Anche. Noi installiamo impianti anche tradizionali, per le famiglie e le imprese. Certo è che quanto realizzato è un ottimo biglietto da visita». Per una serra il problema è che deve riscaldare, ma anche e in caso di necessità, raffrescare e umidificare, e deve poi poter avere luce o, come nel caso della nostra fungaia, avere il buio. Per raffrescare, ogni serra utilizza un sistema-cooling: dall'esterno l'aria entra tramite una sorta di parete di cartone a nido d'ape sul quale scorre acqua; l'aria così raffreddata attraversa la serra per i 45 metri di lunghezza perché all'altro capo c'è un aspiratore che l'attira. E così pleurotus e pioppini posson crescere con la brezza in fronte...
Gianni Bonfadini
g.bonfadini@giornaledibrescia.it
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