Economia

Nella classifica di Mediobanca ci sono 65 imprese eccellenti bresciane

Camillo Facchini
In testa c’è sempre A2A, seguita dalle siderurgiche Duferco e Feralpi Group, mentre quarta è la cooperativa Cef
Le imprese siderurgiche occupano i primi posti della classifica - © www.giornaledibrescia.it
Le imprese siderurgiche occupano i primi posti della classifica - © www.giornaledibrescia.it
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Eni supera Enel nella classifica dei fatturati 2023 dell'industria e dei servizi; Intesa Sanpaolo si conferma al primo posto tra le banche per attivo tangibile. Mentre per quanto riguarda Brescia, la prima società per fatturato resta la mutiutility A2A, seguita dalle siderurgiche Duferco Italia e Feralpi Group.

Il rapporto

È quanto emerge dalla 59esima edizione del rapporto su Le Principali Società Italiane realizzato dall'Area Studi di Mediobanca. Lo studio analizza i bilanci 2023 di 2.881 aziende, suddivise in base al settore in cui operano. A livello nazionale la classifica dei fatturati 2023 dell’industria e dei servizi «è dominata da tre gruppi energetico-petroliferi pubblici, con un cambio al vertice rispetto all’edizione precedente: Eni (93,7 miliardi) supera Enel (92,9), seguita da Gse (55,1). In quarta posizione sale Stellantis (era quinta nel 2022) con 27,8 miliardi, seguita da Telecom (16,1 miliardi, era decima), Prysmian (15,4), Leonardo (15,3). -

Il fronte bresciano

Facciamo finta che le prime due righe della classifica di Mediobanca relative alla provincia di Brescia non ci siano (al primo posto c’è A2A e il gruppo con cui siamo cresciuti, ma che nel tempo ha cambiato la geografia del proprio capitale).

Il quarto capitalismo – ossia le imprese manifatturiere bresciane a controllo familiare della fascia dimensionale intermedia nel sistema economico nazionale, cresciute per fatturato e redditività – emerge in tutta la sua solidità, che è quella dei numeri, ma che per l’impresa è soprattutto quella di avere alle spalle una famiglia che sa che, al primo del mese, quando entra in stabilimento sa anche che il 27 o il 30 dovrà pagare gli stipendi di tutti quelli che consentono all’impresa stessa il risultato finale.

I numeri

Grandi sorprese anche quest’anno non ce ne sono e chi era forte negli scorsi anni lo è stato anche nel 2023 e la classifica vede l’ex municipalizzata fusasi con Aem, e poi abbracciata dal mercato borsistico seppur con controllo della spa in mano ai comuni di Brescia e Milano, davanti a tutti con 14,4 miliardi di ricavi, decima in graduatoria nazionale (sesta nel 2022).

Azienda famiglia

Poi cresce il quarto capitalismo, quello azienda-famiglia-campanile (basta guardare cosa hanno fatto Silmar o Feralpi per i loro territori, Ori Martin o Beretta o prima ancora Falck a Vobarno piuttosto che Ottolini a Villanuova… e tanti altri): al secondo posto nella graduatoria bresciana dei fatturati Duferco Italia Holding (famiglia Gozzi) con 4,7 miliardi e poi, subito a seguire, Feralpi Holding (famiglia Pasini) con 1,7 miliardi, in quinta posizione Siderurgica Investimenti (famiglie Lonati Stabiumi) e in ottava Design Holding cui fa riferimento Flos.

Le curiosità

Tra le prime dieci aziende bresciane solo una ha migliorato la posizione in classifica: la Gnutti Carlo (861 milioni di fatturato contro di 809,6 del 2022) passando in graduatoria dal 359esimo posto al 319esimo.

Tra le prime venti imprese bresciane in graduatoria troviamo al nono posto If 65 holding del gruppo Italmark (con 730 milioni), al 12esimo posto Ori Martin Holding (612,3 milioni di ricavi nel 2023), quindi Liquigas (597 milioni). Lucchini Rs è quindicesima con 573milioni.

Con 516 milioni Camozzi Group è diciassettemo, Beretta Industria diciottesima con 499,6 milioni, Valsabbia Investimenti 19esima con 490,8 milioni,

La più performante

La ricerca di Mediobanca evidenzia la performance della Forge Morandini (tra le 13 imprese più performanti) i cui ricavi sono passati da 121,5 a 153, con un salto di posizioni in graduatoria da 1418 a 1262 con una nota di Mediobanca come i ricavi siano cresciuti a 154 milioni (+26,4% sul 2022), l’export sia pari al 21,1% e l’ebit margin sia al 12,9.

Quello del quarto capitalismo non è un mondo nuovo (semmai lo è il nome), è un modo che va oltre la denominazione, interessando i distretti industriali, ma interessando soprattutto le famiglie che queste imprese guidano e le persone che vi lavorano.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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