Economia

Nell’anno nero di Piazza Affari solo Abp Nocivelli tiene il segno «+»

In dodici mesi le società bresciane hanno perso oltre 2 miliardi di euro di capitalizzazione
Piazza Affari a Milano
Piazza Affari a Milano
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Un anno da dimenticare. Si è chiuso un 2022 drammatico per i mercati finanziari, che inevitabilmente attribuisce il segno «meno» a quasi tutti i titoli bresciani quotati a Piazza Affari.

Delle «nostre» tredici società in Borsa solo Abp Nocivelli riporta una performance positiva (+3,28%) rispetto all’ultima contrattazione del 2021. Inflazione, rialzo dei tassi, rischio recessione, guerra in Ucraina sono pietanze indigeste per i mercati, che si apprestano al cenone di fine anno già molto appesantiti. Il 2022 è stato infatti pessimo per le borse mondiali, con Wall street che chiude l’anno peggiore dal crollo del 2008 e Milano che ha perso una grossa fetta di capitalizzazione, pur scendendo in linea con l’Europa. Unica a salvarsi Londra, mentre Mosca ha pagato un prezzo molto caro al conflitto scatenato da Putin.

Il quadro

In quest’anno difficile la capitalizzazione complessiva delle società di Piazza Affari è infatti scesa a 626 miliardi contro i 757 miliardi di fine 2021. Ma è il rapporto con il prodotto interno lordo a spiegare meglio l’entità del collasso: secondo dati elaborati da Borsa italiana, il «valore» di Piazza Affari oggi corrisponde al 33,9% del Pil, contro il 43,1% di un anno fa. Un sintomo che si riflette inevitabilmente anche nella nostra provincia.

Senza tener conto dei valori riportati da Pozzi Milano e dalla Saccheria F.lli Franceschetti, che hanno esordito in Borsa nel 2022, nell’ultimo anno le altre società bresciane quotate sul listino milanese hanno perso 2 miliardi e 126 milioni di capitalizzazione (si passati dai 7,873 miliardi di fine 2021 ai 5,746 miliardi di quest’anno). Milano, molto debole anche nell’ultima seduta del 2022, in un anno ha ceduto con l’indice Ftse Mib oltre il 12%, la stessa perdita dello Stoxx 600 delle principali società europee e di Francoforte, due indici che accusano il peggior calo dal 2018.

A Wall Street l’indice S&P 500 è scivolato del 20% e l’indice tecnologico Nasdaq del 33%, mentre la Borsa di Parigi ha provato a contenere le perdite (-9% totale), con Madrid che ha ceduto nel corso del 2022 cinque punti percentuali. Pesantissima Mosca, in crollo del 40% negli ultimi dodici mesi, nonostante il prezzo del gas per lunga parte dell'anno abbia sostenuto i titoli dell'energia. Lo scenario.

A fine dicembre sui mercati di Borsa Italiana si contano comunque 414 società quotate contro le 407 dell’anno scorso, risultato di 22 «delisting» e 29 nuovi ingressi, tra cui le «nostre» Pozzi Milano e Saccheria F.lli Franceschetti, oltre all’ammissione di Iveco dopo la scissione da Cnh Industrial. Nel 2022 in Piazza Affari il totale della raccolta delle Ipo è stato di 1.450 milioni, oltre a 9 operazioni di aumento di capitale in opzione per oltre 4,7 miliardi.

Nell’anno le Opa sono state 19, per un importo complessivo di quasi tre miliardi. Va anche detto che se in Borsa le performance annuali delle imprese bresciane sono contrassegnate dal segno «meno», i risultati che le stesse società riportano nelle relazioni trimestrali testimoniano ancora una costante crescita dei loro volumi d’affari e una buona redditività.

Intred, ad esempio, anche se dopo tre anni perde la «corona» di regina del mini-listino bresciano, si può consolare con il fatto che nei primi nove mesi di quest’anno ha riportato un incremento dei ricavi del 19%. Lo stesso discorso vale anche per Antares Vision, A2A, Gefran e Sabaf, che come mostra la tabella in alto hanno registrato a Piazza Affari «pesanti» performance annuali. Meno gravoso, seppur in doppia cifra, il saldo rilevato da Cembre (-11,27%) e ancor meno quello di Iniziative Bresciane (-7,85%). Andando a prestito di un’affermazione spesso usata dai colleghi dello sport, si «salvano in corner» Bialetti Industrie (-0,55%), e Promotica (-1%).

Gli scambi

Intesa Sanpaolo è stata l’azione più scambiata per controvalore, con un totale di 62 miliardi, e Unicredit la prima per contratti, oltre 5,5 milioni. «A meno di nuovi eventi esogeni, andremo avanti in continuità con la fine di quest’anno, ma posso dire che molti dei soggetti che erano in pipeline nel secondo e terzo trimestre del 2022 e che hanno rinunciato alla quotazione a causa del contesto, ora sono in sospeso e si preparano a rientrare», afferma Fabrizio Testa, amministratore delegato di Borsa Italiana.

«E l’anno prossimo la novità del single order book e del pool di liquidità unificato» di Euronext «dovrebbe togliere ogni incentivo alle aziende italiane che stanno valutando di sbarcare su altre Borse europee», conclude Testa.

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